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Storia di una Capinera 139

sare sotto la fioca luce della lampada che arde dinnanzi al crocifisso, che s’incontrano senza parlarsi, che camminano senza far rumore come se fossero spettri, i fiori che intristiscono nel giardino, il sole che tenta invano oltrepassare i vetri opachi delle finestre, le grate di ferro, le cortine di saja bruna. Si ode il mondo turbinare al di fuori e i suoi rumori vengono ad estinguersi su queste mura come un sospiro. Tutto quello che viene dal di fuori è pallido e non fa strepito. Son sola in mezzo a cento altre derelitte.

Ho perduto anche la consolazione della famiglia; non posso vederla che in presenza di molta gente, in una gran sala oscura, attraverso la doppia grata che difende la finestra. Le nostre mani non possono stringersi scambievolmente. L’intimità domestica sparisce. Non restano che fantasmi che si parlano attraverso le gelosie, e ogni volta domando a me stessa