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140 Storia di una Capinera

se quello è mio padre, quel padre che mi sorrideva e mi abbracciava, se è quella stessa Giuditta che saltellava con me, se è quello stesso Gigi ch’era così vispo e allegro. Ora son seri, freddi, malinconici: mi guardano attraverso le grate della gelosia come viventi che si affacciano alla tomba per vedere cadaveri che parlano e si muovono.

Eppure tutte queste privazioni, tutte queste austere pratiche servono a distaccare il cuore dalla fragilità della terra, ad isolarlo, a farlo pensare a sè stesso, a dargli quella muta calma che viene da Dio e dal pensiero; chè così si abbrevia il nostro pellegrinaggio sulla terra. Mi son confessata. Ho detto tutto! tutto! Quel buon padre ha avuto compassione del mio povero cuore malato. Mi ha confortata, mi ha consigliata, mi ha aiutata a strapparmi il demone dal seno. Mi sento più libera, più tranquilla, più degna della misericordia di Dio.