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delle donne alla moda quanto Alice. Ella aveva nelle sue parole e ne’ suoi atti un’estrema indipendenza, che non ebbe altri inconvenienti che di renderla popolare. I suoi pensieri anche i più intimi, pigliavan slancio da sè medesimo, od alla prima scintilla altrui. Incontrava il genio di tutti.

Diceva mille cose che ognuno avrebbe tenuto nascosto e le diceva con così nobile franchezza che ognuno la trovava naturale. Ma questo umore espansivo era egli l’indizio d’un spirito debole, ovvero il proposito di far la guerra alle forme stabilite dalla società? Era piuttosto una carezzevole intelligenza, bene ispirata, che si era tracciati dei limiti fissi nel circolo delle sociali consuetudini, che di rado si rassegnava a tacere, e quando parlava diceva tutta intiera la verità.

Osservatori superficiali, colpiti da questa, straordinaria franchezza, presero a credere temerariamente d’aver penetrato il suo carattere reale: ma questo carattere loro sfuggiva come il profondo de’ laghi si vela, malgrado ogni trasparenza, agli sguardi sagaci di un’avida curiosità. Pure, più si vedeva Alice e più le varietà del suo carattere si disegnavano con uniformità su questo fondo solido della franchezza che poneva ogni verità in rilievo. Ma venite voi stessi a far una visita questa sera ad Alice, e voi la giudicherete. Eccola seduta su di un sofà, cucendo un pajo di maniche di merletti ad una veste di seta. Per il momento la lasceremo compiere il vago lavoro e ci accontenteremo di tracciare il ritratto della persona che le sta a lato.

Mirate quella vaga e gentil persona, dagli occhi brillanti, dalla statura svelta e slanciata, dal picciol piede