Pagina:Stowe - Il fiore di maggio, 1853.djvu/259

Da Wikisource.
252

viso rivela elevati pensamenti. Le lunghe ciglia degli occhi sono abbassate a terra; e spunta sulle sue labbra un sorriso frammisto a mesta dolcezza.

Oh! Creazione, più che altra sublime, non saresti tu mai che figlia d’un sogno?

Ma una voce giovane, argentina ne richiama alla realtà della vita, “Fiorenza! Fiorenza! dice la voce, smetti quel savio ed eccellente libro, e scendi dalle nubi per parlare all’amica tuo semplice mortale di sedici anni. Stava pensando or ora ciò che avresti fatto del tuo rosajo favorito, quando intraprenderai il viaggio per Nuova Jork, quel malaugurato viaggio, la cui sola idea ci contrista. Giacchè ben sai che dura cosa sarebbe lasciarlo in cura ad una testa senza cervello come la mia; amo i fiori è vero, ma i fiori raccolti in mazzo tagliati, legati, per adornarmene nella società. Ma in quanto spetta alle cure da dare ad un rosajo, come potarlo, inaffiarlo, e regolarlo, non è cosa di mia competenza.

— Statti tranquilla in proposito, disse sorridendo Fiorenza, ho sott’occhio un’asilo pel mio favorito.

— Oh allora non ignori ciò ch’io era per dirti. La signora Marshall ti ha dunque fatto visita? Ella fu qui jeri; io le parlai intorno a quel soggetto con parole assai patetiche, facendole conoscere a quali pericoli sarebbe esposto il vostro favorito; e così di seguito. Mi rispose che gradirebbe assai riporlo nella sua serra, che oggi è riordinata magnificamente, e stipata di arboscelli fioriti. Le dissi ch’io mi sapeva che tu glielo affideresti. Tu ami ben molto la signora Marshall.

— Me ne duole, Kate, ma io l’ho già promesso ad altra persona.