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130 notte terza

colori con tanta soavitá de odori, che pareva che ivi fusse il paradiso terreste. Il che vedendo, la madre corse a Lamberico suo marito; e con materna allegrezza li disse: — Signor mio, noi abbiamo una figliuola, la piú gentile, la piú bella e la piú leggiadra che mai natura facesse. Ed oltre la divina bellezza e leggiadria che in lei chiaramente si vede, da gli capelli suoi escono perle, gemme ed altre preziosissime gioie: e dalle candide mani, oh cosa ammirabile! vengono rose, viole e d’ogni sorte fiori, che rendono a ciascuno che la mira, soavissimo odore. Il che mai creduto non arrei, se con e propi occhi veduto non l’avessi. — Il marito, che per natura era incredulo e non dava sí agevolmente piena fede alle parole della moglie, di ciò se ne rise, e la berteggiava; pur fieramente stimolato da lei, volse vedere che cosa ne riusciva. E fattasi venire la figliuola alla sua presenza, trovò vie piú di quello che la moglie detto gli aveva. Il perchè in tanta allegrezza divenne, che fermamente giudicò non esser al mondo uomo, che congiungersi con essa lei in matrimonio degno fusse.

Era giá per tutto l’universo divolgata la gloriosa fama della vaga e immortal bellezza di Biancabella; e molti re, prencipi e marchesi da ogni parte concorrevano, acciò che il lei amore acquistassino, ed in moglie l’avessino. Ma niuno di loro fu di tanta virtú che aver la potesse; perciò che ciascuno di loro in alcuna cosa era manchevole. Finalmente sopragiunse Ferrandino, re di Napoli, la cui prodezza, e chiaro nome risplendeva come il sole tra le minute stelle; ed andatosene al marchese, gli dimandò la figliuola per moglie. Il marchese, vedendolo bello leggiadro e ben formato, e molto potente e di stato e di ricchezze, conchiuse le nozze; e chiamata la figliuola, senza altra dimoranza si toccorno la mano e basciorono. Non fu sí tosto contratto il sponsalizio, che Biancabella si rammentò delle parole che Samaritana sua sorella amorevolmente dette le aveva; e discostatasi dal sposo, e fingendo di voler fare certi suoi servigi, in camera se n’andò: e chiusasi dentro, sola per un usciolo secretamente entrò nel giardino, e con bassa voce cominciò chiamare Samaritana. Ma ella non piú come prima