Pagina:Straparola, Giovanni Francesco – Le piacevoli notti, Vol. I, 1927 – BEIC 1930099.djvu/135

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favola terza 129

andossene alla balia, la qual ritrovò ch’ancora riposava; e destatala, con esso lei senza dir cosa alcuna se n’andò in casa.

Venuto il giorno seguente, ed essendo Biancabella con la madre in camera sola, assai nella vista sua malanconosa le parve. Laonde la madre le disse: — Che hai tu, Biancabella, che star sí di mala voglia ti veggio? Tu eri allegra e festevole, ed ora tutta mesta e dolorosa mi pari. — A cui la figliuola rispose: — Altro non ho io, se non che io vorrei duo vasi, i quali fussero nel giardino portati: uno de’ quai fusse di latte e l’altro di acqua rosata pieno. — E per sí picciola cosa tu ti ramarichi, figliuola mia? disse la madre. Non sai tu che ogni cosa è tua? — E fattisi portar duo bellissimi vasi grandi, uno di latte e l’altro d’acqua rosata, nel giardino li mandò. Biancabella, venuta l’ora, secondo l’ordine con la biscia dato, senza essere d’alcuna damigella accompagnata, se n’andò al giardino; ed aperto l’uscio, sola dentro si chiuse, e dove erano gli vasi a sedere si puose. Non si fu sí tosto posta Biancabella a sedere, che la biscia se le avicinò: e fecela immantinente spogliare, e cosí ignuda nel bianchissimo latte entrare; e con quello da capo a’ piedi bagnandola e con la lingua lingendola, la nettò per tutto dove difetto alcuno parere le potesse. Dopo, tratta fuori di quel latte, nell’acqua rosata la pose: dandole un odore che a lei grandissimo refrigerio prestava. Indi la rivestí, comandandole espressamente che tacesse e che a niuna persona tal cosa scoprisse, quantunque il padre o la madre fusse. Perciò che voleva che niuna altra donna si trovasse, che a lei in bellezza ed in gentilezza agguagliar si potesse. E addotatala finalmente d’infinite virtú, da lei si partí.

Uscita Biancabella del giardino, ritornò a casa; e vedutala la madre sí bella e sí leggiadra, ch’ogn’altra di bellezza e leggiadria avanzava, restò sopra di sè e non sapea che dire. Ma pur la dimandò, come aveva fatto a venire in tanta estremitá di bellezza. Ed ella: non sapere, le rispondeva. Tolse allora la madre il pettine per pettinarla e per conciarle le bionde trezze: e perle e preziose gioie le cadevano dal capo; e lavategli le mani, uscivano rose, viole e ridenti fiori di vari