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162 notte quarta

voi avete verso di me, cercando di darmi marito da me non richieduto. Dopo, con ogni riverenza e summissione parlando, io non intendo di degenerare alla progenie de’ miei antecessori, che ad ogni tempo sono stati famosi e chiari; nè voglio avilire la corona vostra, prendendo per marito colui che è inferiore a noi. Voi, padre mio diletto, avete generato quattro figliuole: delle quali tre avete onoratissimamente maritate in tre potenti re, dandole grandissimo tesoro e stato; e me, che fui sempre ubidiente a voi ed a gli precetti vostri, volete sí bassamente in matrimonio copulare? Laonde conchiudendo dico che mai io non sono per prender marito, se io, come l’altre tre sorelle, non avrò un re convenevole alla persona mia. — E preso commiato dal re e dalla reina, non senza loro profondissimo sparger di lagrime, e montata sopra uno potente cavallo, sola di Tebe si partí; e prese il cammino verso quella parte, dove la fortuna la guidava.

Cavalcando adunque Costanza alla ventura, mutossi il nome, e di Costanza, Costanzo si fece chiamare; e passati diversi monti, laghi e stagni, vide molti paesi, ed udí vari linguaggi, e considerò le loro maniere ed i costumi de’ popoli, li quali la loro vita non come uomini, ma come bestie guidavano. E finalmente un giorno nell’ora del tramontar del sole giunse ad una celebre e famosa cittá, chiamata Costanza, la quale allora signoreggiava Cacco re della Bettinia, ed era capo della provinzia1. Ed entratovi dentro, cominciò contemplare gli superbi palazzi, le dritte e spaziose strade, i correnti e larghi fiumi, i limpidi e chiari fonti; ed approssimatosi alla piazza, vide l’ampio ed alto palazzo del re, le cui colonne erano di finissimi marmi, porfidi e serpentini: ed alzati gli occhi alquanto in su, vide il re che stava sopra un verone che tutta la piazza signoreggiava; e trattosi il cappello di capo, riverentemente lo salutò. Il re, vedendo il giovanetto sí leggiadro e vago, il fece chiamare, e venire alla presenza sua. Giunto che egli fu dinanzi al re, addimandollo donde egli veniva e che nome era il suo. Il giovane con allegra faccia rispose che egli veniva da Tebe, persequitato dalla invidiosa ed instabile fortuna, e