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202 notte quarta

mia? — disse Flamminio. — No, — rispose la vecchiarella. — Anzi io sono la vita. E sappi che io mi trovo aver qua dentro in questa bolgia, che io porto dietro le spalle, certi liquori ed unzioni, che, per gran piaga che l’uomo abbi nella persona, io con amorevolezza la risano e saldo, e per gran doglia, ch’egli parimenti si senta, in picciol spazio d’ora levoli ogni dolore. — Disse allora Flamminio: — O dolce madre mia, mi sapreste voi insegnare dove ella si trovi? — E chi sei tu che cosí instantemente mi dimandi? disse la vecchiarella. — A cui Flamminio rispose: — Io sono un giovanetto, che giá sono passati molti giorni, mesi, anni che la vo cercando: nè mai ho potuto trovare persona in luogo alcuno, che me l’abbia saputa insegnare. Laonde, se voi siete quella, ditemelo per cortesia; perciò che assai desidero e di vederla e di provarla, acciò che io sappia se ella è cosí diforme e paventosa, sícome da ciascuno è tenuta. — La vecchiarella, udendo la sciocchezza del giovine, dissegli: — Quando ti aggrada, figliuolo mio, farottila vedere, quanto ella è brutta: e quanto paventosa, ancora provare. — A cui Flamminio: — O madre mia, non mi tenete piú a bada; omai fate che io la veggia. — La vecchiarella per compiacergli lo fece ignudo spogliare. Mentre che il giovanetto si spogliava, ella certi suoi empiastri, a diverse infermitá opportuni, incorporò; e preparato il tutto, dissegli: — Chinati giú, figliuolo mio. — Ed egli ubidiente s’inchinò. — Piega la testa e chiudi gli occhi, — disse la vecchia; e cosí fece. Nè appena aveva fornito di dire, che prese la coltella che dal lato teneva, ed in un colpo il capo gli spiccò dal busto. Dopo, presa immantinente la testa, e postala sopra il busto, l’impiastracciò di quegli empiastri che preparati aveva, e con agevolezza il risanò. Ma come il fatto andasse, dir non so: o che fusse per la prestezza della maestra in ritornar il capo al busto, o perchè ella astutamente il facesse, la parte della testa posteriore mise nell’anteriore. Onde Flamminio, guatandosi le spalle e le reni e le grosse natiche e scolpite in fuori che per addietro vedute non aveva, in tanto tremore e pavento si puose, che non trovava luoco dove nascondere