Pagina:Straparola, Giovanni Francesco – Le piacevoli notti, Vol. I, 1927 – BEIC 1930099.djvu/31

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favola seconda 25

cordialmente lo amava, che non poteva star un giorno che seco non lo avesse.

Perseverando adunque Cassandrino in questa parte biasmevole e parte laudevole vita, e considerando il pretore le giuste querele che di giorno in giorno contra lui erano porte, e per lo amor grande che li portava non potendolo punire, un giorno lo chiamò a sè; e, ridottolo in uno secreto camerino, lo cominciò caritativamente ammonire, essortandolo volesse lasciare cotesta malvagia vita ed accostarsi alla virtú, fuggendo i trabocchevoli pericoli, ne’ quai egli per li suoi pessimi portamenti incorreva. Cassandrino, che attentamente raccolte aveva le parole del pretore, rispose: — Signor mio, io ho udite e chiaramente intese le amorevoli ammonizioni che voi per vostra urbanitá fatte mi avete, e quelle conosco uscire dal vivo e chiaro fonte di quello amore che voi mi portate. Di che vi ringrazio assai. Ma ben mi doglio che certi insensati, invidiosi degli altrui beni, di continovo cercano seminar scandali e togliere con sue velenose parole l’altrui onore e fama. Meglio farebbono questi tali, che ciò vi dicono, tenere la velenifera lingua tra’ denti, che improperare altrui. — Il preside, che di poca levatura aveva bisogno, diede piena fede alle parole di Cassandrino, nulla o poco delle querele contra lui date curandosi; perciò che lo amore, che ’l pretore li portava, avevali sí abbarbagliati gli occhi, che piú oltre non vedeva. Avenne che, trovandosi un giorno Cassandrino col pretore alla mensa e ragionando con esso lui di varie cose che erano di piacere e diletto, tra l’altre li raccontò d’un giovane che era di tanta astuzia dalla natura dotato, che non vi era cosa alcuna sí nascosa e diligentemente custodita, che ei con sue arti furtivamente non la prendesse. Il che intendendo il pretore disse: — Questo giovane non può esser altri che tu, che sei uomo accorto, malizioso ed astuto. Ma quando ti bastasse l’animo in questa notte furarmi il letto della camera dove io dormo, ti prometto sopra la mia fè di donarti fiorini cento d’oro. — Udendo Cassandrino la proposta del pretore, assai si turbò, ed in tal maniera li rispose: — Signor, a quel che mi posso