Pagina:Straparola, Giovanni Francesco – Le piacevoli notti, Vol. I, 1927 – BEIC 1930099.djvu/33

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favola seconda 27

preso il lume, vide il corpo che in terra tutto franto e pisto giaceva. E credendo veramente che’l corpo caduto fusse Cassandrino, perciò che era vestito de’ suoi panni, fra se stesso assai dolendosi disse: — Ohimè misero! guata, dolente me, come, per adempire un mio fanciullesco appetito, della costui morte son stato cagione. Che si dirá di me, quando si saperá che egli mi sia morto in casa? Oh quanto cauti ed aveduti gli uomini esser denno! — Stando il pretore in questi lamenti, picchiò all’uscio della camera di uno suo leale e fido servente; e, destatolo, li raccontò il misero caso intervenuto: pregandolo facesse una fossa nel giardino e dentro il corpo ponesse, acciò che tal vituperoso fatto ad alcun tempo non venisse in luce. Mentre il pretore e lo servente diedero sepultura al corpo morto, Cassandrino, che di sopra cheto si stava ed ogni cosa vedeva, non ridendo nè vedendo persona alcuna nella camera, primamente si calò giú per una fune, e, fatto uno viluppo del letto, con molto suo agio via lo portò. Sepolto il corpo morto, e ritornato il pretore nella camera per posare, vide che il letto li mancava. Di che tutto suspeso rimase; e, se egli volse dormire, forza li fu prendere altro partito, pensando tuttavia alla sagacitá ed astuzia del sottilissimo ladro.

Venuto il giorno, Cassandrino, secondo che egli soleva, se n’andò al palagio, ed appresentossi al pretore; il quale veggendolo disse: — Veramente, Cassandrino, tu sei un famosissimo ladro. Chi mai si sarebbe imaginato d’involare il letto con tant’astuzia, se non tu? — Cassandrino nulla rispondeva; ma, sí come il fatto suo non fusse, ammirativo si stava. — Tu me ne hai fatta una delle belle, diceva il pretore; ma voglio che tu me ne facci un’altra, ed allora conoscerò io quanto il tuo ingegno vaglia. Se tu nella seguente notte mi rubberai il cavallo leardo che tanto mi piace e tengo caro, io ti prometto, oltre i cento fiorini che io ti promisi, dartene altri cento. — Cassandrino, udita la dimanda del pretore, fece sembiante di esser molto turbato, e duolsesi che ei avesse di lui cosí sinistra oppenione, pregandolo tuttavia che della sua roinaI_II_2 non volesse esser cagione. Il pretore, vedendo Cassandrino rifiutare