Pagina:Straparola, Giovanni Francesco – Le piacevoli notti, Vol. I, 1927 – BEIC 1930099.djvu/36

Da Wikisource.
30 notte prima

cittá ed andossene a quella villa dove abitava pre Severino; ed ivi si nascose dietro una macchia di pungenti spine, e tanto vi stette che venne l’aurora. Laonde Cassandrino, cacciatosi in dosso il camice sacerdotale e messasi la stola al collo e lo diadema in capo e le ali alle spalle, si appiattò, e cheto stette sino a tanto che venne il prete a sonar l’Ave Maria. Appena che Cassandrino si era vestito e appiattato, che pre Severino col cherichetto giunse all’uscio della chiesa; e, entratovi dentro, lo lasciò aperto, ed andossene a far li suoi servigi. Cassandrino, che stava attento e vedeva l’uscio della chiesa aperto, mentre che il prete sonava l’Ave Maria, uscí della macchia e chetamente entrò in chiesa; e, accostatosi al cantone d’un altare e stando dritto in piedi con un saccone che con ambe le mani teneva, cominciò con umile e bassa voce cosí dire: — Chi vuol andare in gloria, entri nel sacco; chi vuol andare in gloria, entri nel sacco. — Continovando Cassandrino in tal maniera le sue parole, ecco che il cherichetto uscí fuori di sacrestia; e, veduto lo camice bianco come neve e lo diadema che risplendeva come il sole e le ali che parevano penne di pavone, ed udita la voce, molto si smarrí; ma, rinvenuto alquanto, ritornò al prete e disseli: — Messere, non ho io veduto l’angiolo del cielo con un sacco in mano, il qual dice: Chi vuol andar in gloria, entri nel sacco? Io vi voglio andare, messere. — Il prete, che aveva poco sale in zucca, prestò fede alle parole del cherichetto; e, uscito fuori di sacrestia, vide l’angiolo parato ed udí le parole. Onde desideroso il prete di andare in gloria, e dubitando che il cherichetto non li togliesse la volta entrando prima che lui nel sacco, finse di aversi domenticato il breviario a casa, e disse al cherichetto: — Va a casa, e guata nella camera mia, e recami il mio breviario che mi ho domenticato sul scanno. — Mentre che ’l cherichetto andò a casa, pre Severino riverentemente accostossi all’angelo e con grandissima umiltá nel sacco si misse. Cassandrino trincato, malizioso e astuto, vedendo il suo disegno riuscir bene, subito chiuse il sacco e strettamente legollo; e, trattosi di dosso il camice sacerdotale e posto giú lo diadema e le ali, fece un viluppo,