Pagina:Straparola, Giovanni Francesco – Le piacevoli notti, Vol. I, 1927 – BEIC 1930099.djvu/37

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favola seconda 31

e, messolo col sacco sopra le spalle, verso Perugia se ne andò. E, fatto il chiaro giorno, entrò nella cittá; ed a convenevole ora appresentò il sacco al pretore, e scioltolo trasse fuori pre Severino. Il quale, piú morto che vivo, trovandosi in presenza del pretore ed accorgendosi esser deriso, fece gran querela contro lui: altamente gridando come egli era stato assassinato ed astutamente posto nel sacco non senza suo disonor e danno, pregando sua altezza che dovesse far giustizia e non lasciare cotale eccesso senza grandissimo castigamento: a ciò che la sua pena sia chiaro e manifesto essempio a tutti gli altri malfattori. Il pretore, che giá aveva inteso il caso dal principio al fine, quasi dalle risa non si poteva astenere; e voltatosi verso pre’ Severino cosí li disse: — PadrezzuoloI_II_4 mio, state cheto e non vi sgomentate; perciò che noi non vi mancheremo di favore e di giustizia, ancor che questa cosa, sí come noi potiamo comprendere, sia stata una berta. E tanto seppe fare e dire il pretore, che lo attasentò; e, preso un sacchetto con alquanti fiorini d’oro, glielo puoso in mano, e ordinò che fusse fin fuori della terra accompagnato. E voltatosi verso Cassandrino disse: -- Cassandrino, Cassandrino, maggiori sono gli effetti delli tuoi ladronezzi, che non è la fama per la terra sparsa. Però prendi i quattrocento fiorini d’oro da me a te promessi, perciò che onoratissimamente guadagnati gli hai. Ma fa che nell’avenire attendi a viver piú modestamente di ciò che per lo adietro hai fatto; perciò che se di te piú mi verrá alle orecchie querela alcuna, io ti prometto senza remissione di farti impiccare per le canne della gola. -- Cassandrino, presi li quattrocento fiorini d’oro e rese le debite grazie al pretore, si partí; e messosi al mercatantare divenne uomo saggio e di gran maneggio.