Pagina:Straparola, Giovanni Francesco – Le piacevoli notti, Vol. II, 1927 – BEIC 1930632.djvu/101

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FAVOLA I.

Galafro, re di Spagna, per le parole d’un chiromante, che la moglie li farebbe le corna, fabbrica una torre e in quella pone la moglie; la quale da Galeotto, figliuolo di Diego re di Castiglia, rimane aggabbata.

[Diana.]

Sí come, amorose donne, la lealtà, che in una gentil madonna si trova, merita lode per esser sommamente comendata da tutti, cosí per lo contrario la dislealtà che la signoreggia, merita biasmo per esser parimenti vituperata da tutti. La prima distende le sue braccia in ogni parte, e da tutto il mondo è strettamente abbracciata; l’altra ha e piedi deboli e per la sua debolezza non può gir innanzi: onde nel fine rimane da ogn’uno miserabilmente abbandonata. Dovendo adunque io dar cominciamento al favoleggiare di questa notte, mi ho pensato raccontarvi una favola che vi sia di sodisfamento e piacere.

Galafro, potentissimo re della Spagna, fu uomo a’ giorni suoi bellicoso; e per le sue virtú superò molte provincie, e quelle al suo imperio sottomesse. Venuto il re alla senile età, prese per moglie una giovane, Feliciana per nome chiamata: donna veramente leggiadra, cortese e fresca come rosa; e per la sua gentilezza e maniere accorte, era sommamente amata dal re, nè ad altro pensava che compiacerle. Avenne che trovandosi un giorno il re a ragionamento con uno chiromante, il quale per comune fama era peritissimo nell’arte, vuolse che gli guardasse la mano, e dicesse la ventura sua. Il chiromante, inteso il voler del re, prese la sua mano e diligentemente mirò ogni linea che in quella si trovava; e guardato che l’ebbe, s’ammutí e pallido nella faccia divenne. Il re,