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114 notte nona

Iddio, e per la riverenzia che io vi porto, non vogliate imponermi tanta gravezza, perciò che la villa è povera, e mille gratis è troppo gran carico a cosí bisognoso luoco; ma accontentativi di un cinquecento, ch’io li manderò piú che volontieri. Il vescovo, quantunque fusse giotto ed astuto, non però comprese quello che dir voleva il prete; ed acciò che non paresse, come egli, ignorante, si achetò al voler suo. Il prete, fornita la festa, e presa buona licenza e la benedizione dal vescovo, a casa ritornò. E tantosto ch’aggiunse a casa, trovò i carri, e fece caricare le legna; e la mattina sequente al vescovo le mandò appresentare. Il vescovo, vedute le legna ed inteso chi era il mandatore, assai s’allegrò e molto volontieri le ricevette. Ed in tal maniera il grossolone, persistendo nella sua ignoranza, con suo disonore e danno perdè i capponi e le legna.

Avenne, dopò non molti giorni, che nella predetta villa di Bedicuollo trovavasi un contadino, detto per nome Gianotto, il quale, quantunque fosse uomo di villa e nè leggere nè scrivere sapesse, era nondimeno tanto amatore de gli virtuosi, che servo in catena si sarebbe fatto per loro amore. Costui aveva uno figliuolo di buon aspetto, che dimostrava chiaro segno di divenir scienziato e dotto: il cui nome era Pirino. Gianotto, che cordialmente amava Pirino, determinò di mandarlo in studio a Padova e non gli lasciare cosa alcuna, che ad uno studioso appartiene, mancare; e cosí fece. Passato un certo tempo, il figliuolo, assai ben fondato nell’arte della grammatica, tornò a casa: non già per rimpatriare, ma per visitare e parenti e gli amici suoi. Gianotto, desideroso dell’onor del figliuolo e volendo sapere s’egli faceva nel studio profitto, determinò d’invitare e parenti e gli amici e fargli un bel desinare, e pregar messer pre’ Papiro che in presenza loro l’esaminasse, acciò che vedessero se egli perdeva il tempo in vano.

Venuto il giorno dell’invito, tutti e parenti e gli amici, secondo l’ordine dato, si ridussero a casa di Gianotto; e fatta la benedizione per messer lo prete, tutti, secondo la loro maggioranza, sederono a mensa. Finito il desinare e levate le