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FAVOLA III.

Federico da Pozzuolo, che intendeva il linguaggio de gli animali, astretto dalla moglie dirle un secreto, quella stranamente batte.

[Fiordiana].

Gli uomini savi e aveduti deono tener le loro mogli sotto timore, nè patire ch’elle li pongano le brache in capo, perciò che, altrimenti facendo, alla fine si troveranno pentiti.

Federico da Pozzuolo, giovane discreto, cavalcando un giorno verso Napoli sopra una cavalla che per aventura era pregnante, menava la sua moglie in groppa, la quale parimente era gravida. Il polledrino, seguitando la madre dalla lunga, cominciò a nitrire; e in suo linguaggio dicea: — Madre, camina piano, perchè essendo io tenerino, e solamente di un anno, non posso correndo seguitare i tuoi vestigi. — La cavalla stese le orecchie, e soffiando con le nari fortemente, cominciò a nitrire; e rispondendogli diceva: — Io porto la patrona, che è gravida, e anche io ho nel ventre il tuo fratello; e tu che sei giovane, leggero e senza alcun peso soprapostoti, ricusi di caminare. Vieni, se vuoi venire; se non, fa come ti piace. — Le qual parole intendendo il giovane, perciò che egli intendeva le voci e degli uccelli e degli animali terrestri, si sorrise. La moglie, di ciò maravigliandosi, gli addimandò la causa del suo ridere. Le rispose il marito, aver spontaneamente riso da se: ma se pur in qualche caso egli le dicesse la causa di quello, ella si tenesse per certo che le parche subito tagliarebbono il filo della sua vita, e cosí presto se ne morrebbe. La moglie importuna gli rispose, che ad ogni modo ella voleva saper la causa di tal ridere; se non, che ella per la gola s’appiccherebbe. Il marito allora, constituito in cosí dubbioso pericolo, le rispose, cosí dicendole: — Quando saremo ritornati a Pozzuolo,