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84 notte ottava

di tal arte, puose ogni suo pensiero alla nigromanzia, lasciando da canto l’essercizio del sarto; non però osava scoprirsi al maestro. Lattanzio, vedendo Dionigi aver mutata natura, e di diligente e saputo esser venuto pigro ed ignorante, nè piú attendere, come prima, al mestero del sarto, diègli licenza, e mandollo a casa di suo padre. Il padre, che poverissimo era, veduto che ebbe il figliuolo, molto si duolse. E poscia che castigato ed ammaestrato l’ebbe, lo ritornò a Lattanzio, pregandolo sommamente che lo dovesse tenere, castigarlo e nodrirlo; nè altro da lui voleva se non che l’imparasse. Lattanzio, che conosceva il padre del gargione esser povero, da capo l’accettò, e ogni giorno gl’insegnava cuscire; ma Dionigi si dimostrava d’addormentato ingegno, e nulla apparava. Per il che Lattanzio ogni giorno con calzi e pugna lo batteva; e il piú delle volte li rompeva il viso, e facevagli uscir il sangue: ed insomma piú erano le battiture, che i bocconi che egli mangiava. Ma Dionigi ogni cosa pazientemente sofferiva; e la notte alla fessura della camera n’andava, e il tutto vedeva. Vedendo Lattanzio il gargione esser tondo di cervello, nè poter apparare cosa che li fosse mostrata, non si curava piú di far la sua arte nascosamente, imaginandosi che, s’egli non poteva apparar quella del sarto, che era agevole, molto minormente appararebbe quella di nigromanzia, che era malagevole. E però Lattanzio non si schifava piú da lui, ma ogni cosa in sua presenzia faceva. Il che era di molto contento a Dionigi; il quale, quantunque fosse giudicato tondo e grossolone, pur molto leggermente apparò l’arte negromantica, e divenne sí dotto e sofficiente in quella, che di gran lunga il maestro avanzò. Il padre di Dionigi, andatosene un giorno alla bottega del sarto, vidde suo figliuolo non lavorare, ma portar le legna e l’acqua che bisognava per cucina, scopar la casa e far altri vilissimi servigi. Onde assai si duolse; e fatta tuor buona licenza dal maestro, a casa lo condusse.

Aveva il buon padre per vestir il figliuolo molti danari spesi, acciò che apparasse l’arte del sarto; ma vedendo non potersi prevaler di lui, assai si ramaricava; ed a lui diceva: