Pagina:Straparola, Giovanni Francesco – Le piacevoli notti, Vol. II, 1927 – BEIC 1930632.djvu/95

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favola quinta 89

che ha portate tua madre per te, ti prego che non neghi la grazia che il medico addimanda. — La figliuola, udita ed intesa la volontà paterna, ritornò in camera; e preso il robino con molte gioie, ritornò al padre, e ad una ad una le addimostrò al medico: il qual, subito che vidde quella che tanto desiderava, disse: — Eccola! — e volse gettarli la mano adosso. Ma Violante, avedutasi dell’atto, disse: — Maestro, state indietro, perciò che voi l’avrete. — E tolto il robino con sdegno in mano, disse: — Già che questo è il caro e gentil robino che voi cercate, per la cui perdita in tutto il tempo della vita mia rimarrò scontenta, io non vi33 lo do di mio volere, ma astretta dal padre; — e cosí dicendo, trasse il bel robino nel muro: il quale, giunto in terra, subito s’aprí, e un bellissimo pomo granato divenne, il quale aperto sparse le sue granella da per tutto. Il medico, vedute che ebbe del pomo le granella sparse, si trasformò in un gallo: e credendo col suo becco Dionigi di vita privare, rimase del tutto ingannato; perciò che un grano in tal modo si nascose, che dal gallo mai non fu veduto. Lo nascosto grano, aspettata l’opportunità, in un’astuta e sagace volpe si converse; ed accostatosi con fretta al crestuto gallo, quello per lo collo prese, uccise ed in presenza del re e della figliuola il divorò. Il che vedendo, il re stupefatto rimase: e Dionigi, ritornato nella propria forma, narrò al re il tutto, e di consentimento suo prese Violante per sua legittima moglie: con la quale visse lungo tempo in tranquilla e gloriosa pace; e di Dionigi il padre di povero grandissimo ricco divenne, e Lattanzio, d’invidia e odio pieno, ucciso rimase. —