Pagina:Straparola - Le piacevoli notti I.djvu/165

Da Wikisource.

— 133 —

senza che loro tanto affanno sentissino, andare alla buona ventura. Al Re tale arricordo molto piacque: ed ordinata la botte, e messili tutta tre dentro con una cesta di pane ed uno fiasco di buona vernazza e con uno barile di fichi per lo fanciullo, nell’alto mare la fece gettare: pensando che giungendo in qualche scoglio si dovesse rompere ed annegare. Ma la cosa altrimenti successe di ciò che ’l Re e la Reina pensato avevano. La vecchiarella madre di Pietro, intendendo il caso strano del figliuolo, tutta addolorata e dalla vecchiezza gravata, in pochi giorni se ne morì. Essendo adunque la misera Luciana nella botte da procellose onde molto combattuta, nè vedendo sole nè luna, dirottamente piangeva la sua sciagura: e non avendo latte da attasentare il fanciullo che sovente piangeva, alle volte gli dava de’ fichi, ed in tal modo lo addormentava. Ma Pietro, nulla curandosi, ad altro non attendeva se non al pane ed alla vernazza. Il che veggendo, Luciana disse: Pietro, ohimè! tu vedi come io per te la pena innocentemente patisco, e tu insensato ridi, mangi e bevi, nè punto consideri al commune pericolo. A cui egli rispose: Questo ci è avenuto non già per colpa mia, ma per cagione tua, che continuamente mi deridevi e berteggiavi. Ma sta di buon animo, disse, che tosto usciremo d’affanni. — Io, disse Luciana, mi penso che tu dica il vero che tosto usciremo d’affanni; perciò che la botte si romperà sopra qualche sasso, e noi si annegheremo. Allora Pietro disse: Taci, che io ho un secreto, il quale se tu sapessi, molto ti maraviglieresti, e forse ti rallegreresti. — E che secreto hai tu, disse Luciana, che sollevar ci potesse e di tanto travaglio ne traesse? — Io ho un pesce, disse Pietro, il quale fa ciò ch’io gli comando, e non preterirebbe cosa alcuna se egli cre-