Pagina:Straparola - Le piacevoli notti I.djvu/188

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uno stesso parto nacqui, e Samaritana per nome mi chiamo. E se tu sarai ubidiente a’ miei comandamenti, farotti beata; ma altrimenti facendo, verrai la più infelice e più scontenta donna che mai nel mondo si trovasse. Va adunque senza timore alcuno, e dimani fatti recare nel giardino duo vasi, de’ quai l’uno sia di puro latte pieno, e l’altro d’acqua rosata finissima; e poi tu sola senza compagnia alcuna a me te ne verrai. Partita la biscia, levossi la fanciulla da sedere, ed andossene alla balia, la qual ritrovò ch’ancora riposava; e destatala, con esso lei senza dir cosa alcuna se n’andò in casa. Venuto il giorno seguente, ed essendo Biancabella con la madre in camera sola, assai nella vista sua malanconosa le parve. Laonde la madre le disse: Che hai tu, Biancabella, che star sì di mala voglia ti veggio? Tu eri allegra e festevole, ed ora tutta mesta e dolorosa mi pari. A cui la figliuola rispose: Altro non ho io, se non che io vorrei duo vasi, i quali fussero nel giardino portati: uno de’ quai fusse di latte e l’altro di acqua rosata pieno. — E per sì picciola cosa tu ti ramarichi, figliuola mia? disse la madre. Non sai tu che ogni cosa è tua? E fattisi portar duo bellissimi vasi grandi, uno di latte e l’altro d’acqua rosata, nel giardino li mandò. Biancabella, venuta l’ora, secondo l’ordine con la biscia dato, senza essere d’alcuna damigella accompagnata, se n’andò al giardino; ed aperto l’uscio, sola dentro si chiuse, e dove erano gli vasi a sedere si puose. Non si fu sì tosto posta Biancabella a sedere, che la biscia se le avicinò: e fecela immantinente spogliare, e così ignuda nel bianchissimo latte entrare; e con quello da capo a’ piedi bagnandola e con la lingua lingendola, la nettò per tutto dove difetto alcuno parere le potesse. Dopo, tratta fuori di quel latte, nell’acqua