Pagina:Straparola - Le piacevoli notti I.djvu/212

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strettamente abbracciò e basciò. Allora tutti allegri del ricuperato sposo, al regno paterno fecero ritorno; e giunti nel porto, le trombe, le naccare, i tamburi e gli altri stromenti cominciorono sonare. Il Re questo udendo si maravigliò, e sospeso attese quello che ciò volesse dire. Ma non stette guari che venne il noncio, ed annonciò al Re, come Fortunio suo genero con la diletta sua figliuola era aggiunto. E smontati di galea, tutti se n’andorono al palazzo: dove con grandissima festa e trionfo furono ricevuti. Dopò alcuni giorni Fortunio, andatosene a casa e fattosi lupo, Alchia sua matrigna e Valentino suo fratello per la ricevuta ingiuria divorò; e ritornato nella primiera forma, ed asceso sopra il suo cavallo, al regno del suo suocero fece ritorno: dove con Doralice sua cara e diletta moglie per molti anni in pace con grandissimo piacere di ciascuna delle parti insieme si goderono.

Appena che Alteria aveva posto fine alla lunga e compassionevole sua favola, che la Signora le impose che con lo enimma procedesse. La quale tutta festevole con lieto viso così disse.

Molto lontan da queste nostre parti
     Alberga un animal crudo e gentile.
Naturalmente tiene in sè due parti:
     L’una inumana, l’altra feminile.
Vaga è molto al veder, mostra d’amarti:
     Ma dispietata è forte, ed inumile;
Canta soave, e nel cantar produce
     Oggetto tal, che a morte l’uom conduce.

Udito che fu il degno e notabile enimma da Alteria proposto, diversi diversamente l’interpretavano, quando una cosa, quando un’altra dicendo; ma niuno