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Pagina:Straparola - Le piacevoli notti I.djvu/215

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Lucaferro suo fratello e con alcuni suoi domestici, sopragiunse Travaglino, il qual fece cenno ad Emilliano di voler con esso lui favellare. Ed egli, levatosi dal fratello e da gli amici, andossene là dove era Travaglino, e lungamente ragionò con esso lui. E perciò che Emilliano più fiate aveva fatto questo atto di lasciare gli amici e parenti suoi e girsene a ragionare con un mandriale, Lucaferro non poteva in maniera alcuna questa cosa patire. Laonde un giorno, acceso d’ira e di sdegno, disse ad Emilliano: Emilliano, io mi maraviglio molto di te, che tu facci maggior conto d’uno vaccaro e d’uno furfante che d’uno tuo fratello e di tanti tuoi cordiali amici. Imperciochè non pur una volta, ma mille, se tante si può dire, tu ne hai lasciati nelle piazze e ne’ giuochi come bestie che vanno al macello, e tu ti sei accostato a quel grosso ed insensato Travaglino tuo famiglio per ragionar con esso lui, che ’l par che tu abbi a fare le maggior facende del mondo: e nondimeno non vagliono una brulla. Rispose Emilliano: Lucaferro, fratello mio, non bisogna che sì fieramenie tu ti accorocci meco, rimproverando Travaglino con disoneste parole; perciò che egli è giovane da bene, ed emmi molto caro, sì per la sofficienza sua, sì anche per la lealtà ch’egli usa verso di me: sì ancora perchè in lui è una special e singolar virtù, che per tutto l’aver del mondo ei non direbbe una parola che bugiarda fusse. Ed oltre ciò egli ha molte altre condizioni, per le quali io lo tengo caro; e però non ti maravigliare se io lo accareccio ed hollo grato. Udite queste parole, a Lucaferro crebbe maggior sdegno; e cominciò l’uno e l’altro moltiplicare in parole e quasi venir alle arme. E perchè, si come è detto di sopra; Emilliano sommamente commendava il suo Travaglino, disse Lucaferro ad E-