Pagina:Straparola - Le piacevoli notti I.djvu/265

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letto per tempo, ed acconciati il capo, e fatti bella, e vestiti onoratissimamente; per che io voglio che tu vadi nell’ora della messa solenne nel domo ad udir l’ufficio. Genobbia, così era il nome della moglie di maestro Raimondo, non essendo usa di andare or quinci or quindi, ma la maggior parte si stava in casa a cusere e ricamare, molto di questo si maravigliò; ma perciò che così egli voleva, ed era il desiderio suo, ella così fece: e si mise in punto, e conciossi sì fattamente, che non donna, anzi dea pareva. Andatasene adunque Genobbia nel sacro tempio, sì come il marito le aveva imposto, venne Nerino, figliuolo del re, in chiesa; e veduta Genobbia, tra se stesso bellissima la giudicò. Partita la bella Genobbia, sopragiunse maestro Raimondo; ed accostatosi a Nerino, disse: Or che vi pare di quella donna che ora è partita di chiesa? Parvi che ella patisca opposizione alcuna? È ella più bella della madre vostra? — Veramente, disse Nerino, che ella è bella: e la natura più bella far non la potrebbe. Ma ditemi, per cortesia; di cui è ella moglie, e dove abita. A cui maestro Raimondo non rispose a verso, perciò che dirglielo non voleva. Allora disse Nerino: Maestro Raimondo mio, se voi non volete dirmi chi ella sia e dove abita, almeno contentatemi di questo, che io un’altra fiata la vegga. — Bene volentieri, rispose maestro Raimondo. Dimane verrete qua in chiesa; ed io farò sì che oggi la vedrete. Ed andatosene a casa, maestro Raimondo disse alla moglie: Genobbia, apparecchiati per domattina, che io voglio che tu vadi a messa nel domo; e se mai tu ti festi bella, e pomposamente vestisti, fa che dimane il facci. Genobbia di ciò, come prima, stavasi maravigliosa. Ma per ciò che importava il comandamento del marito, ella fece tanto, quanto per lui imposto le fu. Venuto