donna? E non sono io stato in piacevoli ragionamenti con esso lei? e perciò che il suo marito venne a casa, ella mi nascose nel letto, e tirò le cortine, acciò che egli vedermi non potesse, e subito si partì. Disse maestro Raimondo: È possibil questo? Rispose Nerino: Possibil è, ed il vero; nè mai vidi la più festevole, nè la più graziata donna di lei: se per caso, messere mio, voi andaste a lei, fate che mi raccomandate, pregandola che la mi conservi nella sua buona grazia. A cui maestro Raimondo promesse di farlo; e di mala voglia da lui si partì. Ma prima disse a Nerino: Gli tornarete più? A cui rispose Nerino: Pensatel voi. Ed andatosene maestro Raimondo a casa, non volse dir cosa alcuna alla moglie, ma aspettare il tempo di ritrovarli insieme. Venuto il giorno sequente, Nerino a Genobbia ritornò; e mentre stavano in amorosi piaceri e dilettevoli ragionamenti, venne a casa il marito. Ma ella subito nascose Nerino in una cassa; a rimpetto della quale pose molte robbe, che ella sborrava, acciò che non si tarmassino. Il marito, fingendo di cercare certe sue cose, gittò sottosopra tutta la casa, e guatò sino nel letto; e nulla trovando, con più riposato animo si partì, ed alle sue pratiche se n’andò. E Nerino parimenti si partì. E ritrovato maestro Raimondo, gli disse: Signor dottore, non sono io ritornato da quella gentildonna? e la invidiosa fortuna mi ha disconzo ogni piacere; perciò che il lei marito sopragiunse, e disturbò il tutto. — E come facesti? disse maestro Raimondo. — Ella, rispose Nerino, aperse una cassa, e mi puose dentro; e rimpetto della cassa puose molte vestimenta che ella governava, che non si tarmassino. Ed egli il letto sottosopra volgendo e rivolgendo, e nulla trovando, si partì. Quanto questa cosa tormentosa fusse a maestro