Pagina:Straparola - Le piacevoli notti I.djvu/286

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un solo figliuolo, Guerrino per nome chiamato. Il Re d’andare alla caccia vie più che ogni altro signore si dilettava; perciò che era robusto e forte, e tal esercizio molto li conveniva. Ora avenne che, ritrovandosi in caccia con diversi suoi baroni e cacciatori, vide uscire fuori del folto bosco un uomo salvatico assai grande e grosso, e sì diforme e brutto, che a tutti grandissima ammirazione rendeva, e di corporali forze ad alcuno non era inferiore. E messosi in ordine il Re con duo suoi baroni, e dei migliori che ci avesse, animosamente l’affrontò; e dopo lungo combattimento, valorosamente lo vinse: e preso de sue mani, e legato, al palazzo lo condusse; e trovata stanza a lui convenevole e sicura, dentro lo mise: e ben chiuso con fortissime chiavi, ordinò che ben custodito ed atteso fusse. E perchè il Re lo aveva sommamente caro, volse che le chiavi rimanessino in custodia della Reina; nè era giorno che il Re per suo trastullo non l’andasse a vedere alla prigione. Non passorono molti giorni, che il Re da capo si mise in punto per andare alla caccia; ed apparecchiate quelle cose che in tal facenda fanno bisogno, con la nobile compagnia si partì: raccomandate però prima le chiavi della prigione alla Reina. Mentre che il Re era alla caccia, venne gran voglia a Guerrino, che giovanetto era, di vedere l’uomo salvatico; ed andatosene solo con l’arco, di cui molto si dilettava, e con una saetta in mano a la ferriata della prigione dove abitava il mostro, lo vide, e con esso lui incominciò domesticamente ragionare. E così ragionando, l’uomo salvatico, che l’accarezzava e losingava, destramente la saetta, che riccamente era lavorata, di mano li tolse. Onde il fanciullo cominciò dirottamente a piangere, nè si poteva dalle lagrime astenere: chiedendogli che li dovesse