Pagina:Straparola - Le piacevoli notti I.djvu/287

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dare la sua saetta. Ma l’uomo salvatico disse: Se tu mi vuoi aprire e liberarmi di questa prigione, io ti restituirò il tuo strale; altrimenti, non te lo renderò mai. A cui disse il fanciullo: Deh, come vuoi tu ch’io t’apri e liberi, se io non ho il modo di liberarti? Allora disse il salvatico uomo: Quando ti fusse in piacere di sciogliermi e liberarmi di questo angusto luogo, io bene t’insegnerei il modo, che tosto liberare mi potresti. — Ma come? rispose Guerrino; dammi il modo. A cui disse il salvatico uomo: Va dalla Reina tua madre; e quando addormentata la vederai nel meriggio, destramente guata sotto il guanciale sopra il quale ella riposa, e chetamente, che ella non ti senta, furale le chiavi della prigione, e recale qui, e aprimi! che, aperto che tu mi averai, subito ti restituirò il tuo strale. E di questo servizio a qualche tempo forse ti potrò remeritare. Guerrino, bramoso di avere lo suo dorato strale, più oltre, come fanciullo, non si pensò: ma senza indugio alcuno corse alla madre; e trovatala che dolcemente riposava, pianamente le tolse le chiavi, e con quelle se ne ritornò al salvatico uomo: e dissegli: Ecco le chiavi. Se io quinci ti scioglio, va tanto lontano, che di te più odor alcuno non si senta; perciò che se il padre mio, ch’è gran maestro di caccie, ti ritrovasse e prendesse, agevolmente ucciderti farebbe. — Non dubitar, figliuolo mio, disse il salvatico uomo; che tantosto ch’aperto avrai la prigione, che disciolto mi veggia, io ti darò la tua saetta, e io me ne andrò sì lontano, che mai più nè da tuo padre, nè d’altrui sarò accolto. Guerrino, che aveva le forze virili, tanto s’affaticò, che finalmente aperse la prigione; e l’uomo salvatico, resoli la saetta e ringraziatolo molto, si partì. Era l’uomo salvatico uno bellissimo giovane; il quale, per disperazione di non poter acqui-