Pagina:Straparola - Le piacevoli notti I.djvu/297

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asceso sopra il suo cavallo, al palazzo con trionfo e con allegrezza di tutto il popolo se ne tornò, ed al Re l’appresentò. E tutti per maraviglia correvano a vedere la cavalla attratta: la quale per la doglia grave la vita sua finì. E così tutto il paese da tal seccagine libero ed ispedito rimase. Era già Guerrino ritornato all’ostello, e per stanchezza erasi posto a riposare; e non potendo dormire per lo strepito inordinato che sentiva, levò su da posare, e sentì un non so che di strano, che in un vaso di melle batteva ed uscire di quello non poteva. Laonde, aperto da Guerrino il vaso, vide un gallavrone che l’ali batteva e levarsi non poteva: onde egli, mosso a pietà, prese quell’animaletto, ed in libertà lo lasciò. Zifroi Re, non avendo ancora guidardonato Guerrino del doppio avuto trionfo, e parendogli gran villania se no ’l guidardonava, il mandò a chiamare; ed appresentatosi, gli disse: Guerrino, tu vedi come per opera tua il mio regno è liberato; e però per tanto beneficio ricevuto rimunerarti intendo. E non trovando dono nè beneficio che a tanto merito convenevole sia, ho determinato di darti una delle figliuole mie in moglie. Ma sappi che io ne ho due: delle quali l’una Potenziana si chiama, ed ha i capelli con artificio leggiadro involti e come l’oro risplendono; l’altra Eleuteria si addimanda, ed ha le chiome che a guisa de finissimo argento rilucono. Laonde, se tu indovinerai qual di loro sia quella dalle trezze d’oro, in moglie l’averai con grandissima dote: altrimenti il capo dal busto ti farò spiccare. Guerrino, intesa la severa proposta di Zifroi Re, molto si maravigliò; e voltatosi a lui, disse: Sacra Corona, è questo ’l guidardone delle mie sostenute fatiche? È questo il premio de’ miei sudori? È questo il beneficio che mi rendete, avendo io liberato il