Pagina:Straparola - Le piacevoli notti I.djvu/345

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gionarebbe di lei, come ora si ragiona. E quantunque la favola, ch’ora raccontarvi intendo, a noi non molto convenga, perciò che di lei ne riuscisse disonore e vergogna, che oscura e denigra la fama e la gloria di quelle che onestamente viveno, pur ve la dirò; perciò che a tempo e luogo sarà — dico a cui tocca — non picciolo ammaestramento di seguire le buone e fuggire le ree, lasciandole ne’ loro tristi e malvagi portamenti.

In Pistoia adunque, onestissime donne, antica città de la Toscana, fu ne’ tempi nostri una giovane chiamata madonna Modesta, il cui nome, per gli suoi biasimevoli costumi e disonesti portamenti, non conveneva alla sua persona. Costei era molto vaga e leggiadra, ma di picciola condizione: e aveva marito addimandato messer Tristano Zanchetto — nome veramente corrispondente a lui, — il quale era uomo conversevole e da bene, ma tutto dato al mercatantare: e le cose sue assai convenevolmente gli riuscivano. Madonna Modesta, che per natura era tutto amore, nè in altro continovamente vigilava, veggendo il marito mercatante, e esser molto sollecito alle sue mercatanzie, volse ancora ella principiar un’altra nuova mercatanzia, della quale messer Tristano non fusse consapevole. E postasi ogni giorno per suo diporto, ora sopra l’un balcone, ora sopra l’altro, guattava tutti quelli che indi passavano per strada; e quanti giovanetti ella passar vedeva, tutti con cenni e atti invitava ad amarla. E sì fatta fu la diligenza sua in levare la mercatanzia e a quella vigilantissimamente attendere, che non vi era alcuno nella città, o ricco o povero, o nobile o plebeo, che non volesse delle sue merci prendere e gustare. Venuta adunque madonna Modesta in grandissima riputazione e grandezza, dispose al tutto di volere per picciolo precio a chiunque a lei venisse compiacere; e