Pagina:Straparola - Le piacevoli notti I.djvu/73

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mise mano al coltello e tirolle di punta e ferilla nella vescica che era di sangue piena. Ed ella, fingendo di esser morta, in terra cade; ed il sangue come un ruscello d’ogni parte correva. Poscia il prete, veggendo il caso strano, finse di esser pentuto, e ad alta voce cominciò gridare: Oh misero ed infelice me, che ho fatt’io? Oh come scioccamente ho ucciso costei che era il bastone della vecchiezza mia! come potrò io più viver senza lei? E, presa una piva fatta al modo suo, levolle i panni e gliela pose fra le natiche; e tanto dentro soffiò, che la Nina rinvenne, e sana e salva saltò in piedi. Il che vedendo i malandrini restarono attoniti; e, messo da canto ogni furore, comprorono la piva per fiorini duecento, e lieti a casa ritornorono. Avenne che un giorno un de’ malandrini fece parole con la sua moglie, ed in quel sdegno le ficcò il coltello nel petto: per la cui botta ella se ne morì. Il marito prese la piva comperata dal prete, e gliela mise tra le natiche, e fece sì come il prete fatto aveva, sperando che ritornasse viva. Ma in vano, s’affaticava in sparger il fiato; perciò che la misera alma era partita di questa vita, e se ne era ita all’altra. L’altro compagno, vedendo questo, disse: Oh sciocco, tu non hai saputo ben fare; lascia un poco fare a me. E, presa la propia moglie per li capelli, con un rasoio le tagliò le canne della gola; dopo tolta la piva le soffiò nel martino: ma per questo la meschina non resuscitò. E parimente fece il terzo: e così tutta tre rimasero privi delle loro mogli. Laonde sdegnati andorono a casa del prete e non volsero più udire sue fole, ma lo presero e lo posero in un sacco con animo di affogarlo nel vicino fiume; e mentre che lo portavano per attuffarlo nel fiume, sopragiunse non so che a i malandrini, onde forza li fu metter giù il prete che era nel sacco strettamente le-