Pagina:Straparola - Le piacevoli notti I.djvu/92

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dimorare con esso lei; ma nel cuore un giorno le pareva mille che s’allontanasse da gli occhi, acciò che nelle braccia del suo amatore più sicuramente metter si potesse. A Manusso, che veduto aveva il prete più volte vagheggiare la comare e anche far cose che dir non si conviene, parve far ingiuria al compare, se non li scopriva quello che aveva veduto far alla moglie. Laonde deliberò, avenga che si voglia, di raccontargli il tutto. E, invitatolo un giorno con lui a desinare, e postisi a mensa, disse Manusso a Dimitrio: Compare mio, voi sapete, se non m’inganno, ch’io sempre vi amai ed amerò fin che lo spirito reggerà queste ossa: nè è cosa, quantunque ella difficile fusse, che per vostro amore io non facessi; e, quando non vi fusse in dispiacere, io vi raccontarei cose, che vi sarebbono più tosto di noia che di diletto. Ma non ardisco dirle, acciò che non contamini la vostra ben disposta mente. Ma se voi sarete, come io penso, saggio e prudente, raffrenarete il furore, che non lascia l’uomo in maniera alcuna conoscer il vero. Disse Dimitrio: Non sapete voi che potete meco comunicar il tutto? Avete voi per sorte ucciso alcuno? ditelo, e non dubitate. — Io, disse Manusso, non ho ucciso alcuno; ma ben vidi io altrui uccidere l’onore e la fama vostra. — Parlatemi chiaro, disse Dimitrio, e non mi tenete a bada con cotesto ragionare oscuro. — Volete che io vel dica palesamente? disse Manusso; ascoltate, e portate in pace quello che ora vi dirò. Polissena, che voi cotanto amate e cara tenete, mentre che voi siete altrove, ogni notte giace con un prete, e con esso lui dassi piacere e buontempo. — Deh, come è possibil questo? disse Dimitrio; conciosia cosa che ella teneramente mi ama, nè mai quinci mi parto, che ella non empi il seno di lagrime e l’aria di sospiri; e, se io lo vedessi con gli occhi,