Pagina:Straparola - Le piacevoli notti II.djvu/248

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Sono io forse causa della morte di quello? egli vuole spontaneamente morire. Non sai tu che gli è scritto nel primo della Politica: La femina e il servo sono ad un grado medesimo? Essendo il marito capo della moglie, dee la moglie istimare i costumi del marito esser la legge della sua vita. Io ho cento moglie, e facciole per timore tutte obedientissime a’ comandamenti miei, e gastigo ora una, or un’altra, e dolle delle busse; ed egli non ha salvo che una moglie, e non sa ammaestrarla, che le sia obediente. Lascia adunque che egli muoia. Non credi tu che ella si saprà trovare un altro marito? Tal sia di lui, s’egli è da poco, il quale desidera ubedire alla pazza e sfrenata voglia della moglie. Le quali parole intese e ben considerate, il giovane revocò la sua sentenzia, e rendette molte grazie al gallo. E facendogli la moglie instanzia di voler intender la causa del suo ridere, egli la prese per gli capegli, e cominciò a batterla e diedele tante busse, che quasi la lasciò per morta.

Alle donne che l’ascoltorono, non molto piacque la favola, e massimamente quando intesero il marito aver a pieno tamussata la moglie; ma ben si doleano lei esser causa della morte del marito. Poi che tutti tacquero, Fiordiana per non turbare l’incominciato ordine, in tal guisa raccontò il suo enimma.

Vidi una, nè vi paia cosa strana,
     Ch’una fessa stringeva ed allargava.
Un non so che, dopò, lungo una spanna,
     Prima la punta nel fesso ficcava:
Il tutto dopo; ed ella allegra e piana,
     Con tal stromento assai si sollacciava.
Piacquemi questo molto, e tu nol credi,
     Veder tal cosa far con mani e piedi.