Pagina:Straparola - Le piacevoli notti II.djvu/32

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robicondo, grasso e fresco come giglio; ed acciò che voi crediate quello ch’io vi dico, vi voglio dimostrar la piaga non ancor saldata. E tenendo una gamba in terra, e l’altra sopra l’aratro, alciossi e panni di dietro; e tratta una rocchetta secreta, inchinò il capo e gli mostrò la piaga. Castorio, vedendo il taglio di Sandro esser maggiore del suo, nè in tanto tempo risaldato ancora, e sentendo il gran fetore che gli veniva al naso, e mirando che egli aveva inciso il membro virile, si rallegrò molto, e pacientemente sofferse ogni dolore e puzzo; nè stette gran tempo che il meschinello si riebbe, e venne grasso, sì come egli desiderava.

Assai risero le donne di Castorio, che era rimaso senza testicoli; ma molto più risero gli uomini, quando la moglie di Sandro gli mostrò la natura, dandogli intendere che ella era Sandro, e oltre che gli erano tratti i testicoli, era anco stato privo del membro virile. E perchè niuno si potea astenere dalle molte risa, la Signora, percotendo mano con mano, fece atto che ogni uno tacesse, e che Arianna con un festevole enimma l’ordine seguisse. La qual, per non parer meno delle altre, così disse:

Ponetevi a boccone, se ’l vi piace,
     Chè a mano a mano vi farò quel fatto.
In man piglio la cosa, ch’indi giace;
     E nel forame ghe lo pongo un tratto.
Non vi tergete punto, state in pace;
     Chè vi prometto, per espresso patto,
Di non venir a fin di questa danza.
     Che d’avantaggio v’empirò la panza.

Agli ascoltanti parve alquanto vergognoso l’enimma da Arianna raccontato. Per il che la Signora, riprendendola con mordaci parole, dimostrò che era non poco