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108 PARTE SECONDA

La tendenza minuziosamente oppressiva, che è uno de’ principali tratti del carattere della politica austriaca, chiarivasi fin d’allora. La società segreta dei Liberi-Muratori, ed altre società segrete furono espressamente proibite con un decreto del 26 agosto 1814, e comminata a’ rei del delitto di associazione la pena della prigionia, per uno spazio di tempo non maggiore di tre anni. Un altro decreto del 25 d’ottobre prescrivea severe pene contro i disertori, e rammentava a tutti i cittadini dabbene l’obbligo che loro correva non solo di negare ogni soccorso ai disertori, ai coscritti contumaci o refrattari, ecc., ma anche di denunciarli ai magistrati, del pari che i loro ricettatori o fautori. Ben presto dovea venire in pieno fiore il sistema dello spionaggio e delle delazioni.

Intenti a ristabilire in tutta l’Europa l’antico ordine di cose, aveano gli Austriaci pochissime truppe da porre all’opera in Lombardia. Poche migliaia di soldati erano distribuiti in tutta l’Alta Italia, e chiusi nelle fortezze ond’è coperta la contrada. Milano era perciò privo quasi di presidio austriaco; e intanto l’esercito italiano, all’un di presso numeroso egualmente, era tuttora in armi. Riunito nel paese compreso tra Mantova e Milano, esso ubbidiva ancora a quegli stessi capitani che tante volte lo aveano guidato alla vittoria contro gli Austriaci. Non richiedeasi di più per indurre i generali italiani a rinfrescare il divisamento concepito alcuni mesi prima, e abbandonato in allora per l’opposizione del generale Pino. Il generale Teodoro Lecchi scrisse al fratello Giuseppe, che stava allora al soldo del re di Napoli, esortandolo a chiedere l’aiuto di quei re pel caso che l’esercito italico insorgesse contro gli Austriaci. Soddisfa-