Pagina:Studi intorno alla storia della Lombardia negli ultimi trent'anni.djvu/14

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2 PARTE PRIMA

fra loro; capi-parte che s’attraversan l’un l’altro, si scontrano a mezza la via, e a vicenda si tolgono amici, fautori e sussìdi; città che sollevansi contro i loro signori, e agevolmente discaccianli, chiamandone altri in loro vece, od ingegnandosi di farne senza, col governarsi a comune; signori discacciati che non di rado vengono richiamati prima di avere avuto tempo d’uscire da un angusto territorio; giurati loro nemici che fanno sacramento di servirli, mentre i loro successori escono dalla porta opposta a quella per cui i primi rientrano nella città capitale. Il papa, l’imperatore, il re di Francia, e in séguito anche il re di Spagna, quei quattro grandi indirizzatori di tutti i moti italici, da cui traevan profitto, si spartivano a vicenda le città e le province italiane; ned io saprei se si possa in tutta quanta la Penisola trovare una città che non abbia, ed anche con breve intervallo di tempo, aperto le sue porte, e accolto con tripudio pria questo, poi quello dei detti prìncipi. Non intendo già, nel dettar queste linee, a fare un elogio del carattere italiano. Potrà esso venir tacciato d’incoerenza, di leggerezza, di soverchia ambizione, di incostanza, d’infedeltà e simili vizi. Ma almeno non gli si può apporre l’inerzia, l’immobilità, la stupidità, la meticolosità, l’indifferenza per le cose politiche. E per non parlare qui d’altri che dei Lombardi, e della loro condotta nel tempo preceduto ai trent’anni ultimi scorsi, dirò ch’essi mai non cessarono di spiegare quell’operosità un po’ irrequieta cui sono naturalmente disposti.

Dotato da Luigi XII d’una costituzione assai simigliante a quella onde godono a presente la Francia e l’Inghilterra, giacchè essa conferiva la potestà legislati-