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PARTE SECONDA 129

sicurezza, nè potea diventare una pena se non dal momento in cui veniva pubblicata la sentenza. Poco montava che quegl’infelici gemessero in carcere da tre anni, mentre la pena da infliggersi loro doveva essere una detenzione di soli diciotto mesi; fu forza dopo i tre anni di carcere già sofferti subire ancora altri diciotto mesi di detenzione, cosicchè la grazia imperiale valse ai captivi la liberazione dalla pena per soli sei mesi. E sì che la promessa fatta fare dall’imperatore di perdonare ogni cosa era quella sola che aveva indotta la giunta, tutta composta dei più caldi zelatori di Casa d’Austria, a proferire una condanna che ad essi stessi pareva non a bastanza fondata.

Ho voluto descrivere insino all’ultimo la sorte toccata ai congiurati del 1814, ed ho taciuto perciò gli avvenimenti accaduti nei quattro anni ch’essi passarono in carcere. Ritorno ora indietro per adempire il mio debito, cioè per far conoscere la storia della Lombardia dall’anno 1814 sino ai dì nostri: storia invero assai incompleta, siccome quella che non registra altro che congiure sventate o editti promulgati, e nella quale non vedesi la nazione operare cosa veruna, esercitare nè influenza nè autorità, spiegare nè facoltà nè tendenze, fare in somma alcunchè nè per sè nè per mezzo de’ suoi rappresentanti.

La nuova dell’incorporazione definitiva della Lombardia nei domini austriaci, la cattura dei più ragguardevoli uffiziali dell’esercito del cessato regno d’Italia, e il fatto della riscossione delle imposte come per lo passato e senza il menomo alleviamento, avevano ingenerato il malumore nel popolo. Gli avvenimenti ac-