Pagina:Studi intorno alla storia della Lombardia negli ultimi trent'anni.djvu/17

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PARTE PRIMA 5

braccio il cagnuolo prediletto, e di sopportarne umilmente le capresterie.

Cosiffatti costumi eran tali invero da eccitare il disprezzo e l’indignazione degli uomini di cuore e d’ingegno, che, nati nell’ordine privilegiato, aborrivano i privilegi, ed esposti a perdere tutto ove si mandassero ad atto le dottrine dell’uguaglianza, adoperavano pure con quanta autorità potevano a propagarle e ad inculcarle. La brigata chiamata il Caffè, e composta dei tre fratelli Verri, del marchese Beccaria, di Paolo Frisi, del Longhi, del Visconti e di molti altri, rappresentava il partito delle nuove idee. I vecchi dignitari dello Stato e la gioventù effemminata rappresentavano quello dei vecchi pregiudizi. E, come immancabilmente doveva accadere, i primi volgevansi verso la Francia, gli altri strettissimamente all’Austria aderivano. Quando gli eserciti francesi scesero il pendío italico delle Alpi, furono accolti con gran tripudio da una gran parte della popolazione, e appena s’accorsero dell’esistenza dei malcontenti, che se ne stavano quatti all’oscuro. Fuvvi in Lombardia un governo rivoluzionario, composto d’Italiani; fuvvi un Comitato di pubblica salvezza; e se non vi accaddero le sanguinose scene del 2 d’agosto e del 5 di settembre, non deesi ciò attribuire all’indifferenza popolare, ma sì al carattere benigno degl’Italiani, ed in ispezieltà dei Lombardi.

Vi fu veramente la sommossa di Pavia, che diede luogo al saccheggio di quella città; fatto sanguinoso e superfluo, che dagli avversari de’ Francesi fu loro per un lungo tempo rinfacciato. Videsi in Milano e in tutta la repubblica Cisalpina un sentimento quasi universale di