Pagina:Studi intorno alla storia della Lombardia negli ultimi trent'anni.djvu/40

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28 PARTE PRIMA

avverata la rimozione e la ritirata del vicerè, il re di Napoli, accorrendo a marcia sforzata, avrebbe occupata la Lombardia, prima che gli eserciti delle potenze alleate avessero fatto alcun passo. Un terzo partito, di cui entrerò fra poco a parlare, voleva esso pure, ed anzi tutto, la caduta dell’ordine stabilito.

La Francia, o, per meglio dire, l’imperatore, e più ancora il vicerè, avevano essi pure i loro partigiani, i quali, benchè uniti per la difesa d’una stessa causa, erano però mossi da diversi motivi. La massima parte dell’esercito aderiva pur sempre al suo capo, perchè questo capo avealo spesso condotto alla vittoria, perchè il reggimento imperiale era un reggimento militare, perchè i prìncipi locati dall’imperatore sui varii troni dell’Europa, ed anzi l’imperatore stesso, non eran altro che soldati saliti da basso in alto grado; il che dava ad ogni soldato una segreta speranza di grande avanzamento. L’esercito e il principe Eugenio erano stretti fra loro da quell’invisibile vincolo onde sono stretti gli uomini che hanno insieme tentato grandi fatti, e durato stenti, fatiche e pericoli. Camerati ei sono, e questo titolo è più sacro talvolta, che non sia quello di amico. Avea pure il vicerè alcuni partigiani fra i membri dell’amministrazione, e quelli in ispezieltà che appartenevano all’antico ducato di Modena e Reggio. Gli abitatori di quella provincia d’Italia, gente svegliata ed operosa, perspicace e risoluta, eransi mostrati, fin dai princìpi della potenza napoleonica, caldi fautori delle novelle idee che la rivoluzione francese portava inscritte nei suoi vessilli. Giustamente pregiati dall’imperatore, che travedere seppe, frammezzo alla effervescenza delle pas-