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72 PARTE PRIMA

vinto pur sempre, che solo abbisognavagli guadagnar tempo, e che la forza armata non potea tardare gran fatto ad accorrere sul luogo del tumulto. Il suo nascondiglio fu bentosto scoperto. Vedendosi allora in balía d’un popolo furibondo, il Prina sforzossi di dire alcune parole, chiedendo che gli esponessero i loro gravami e si tenessero certi della sua premura nel farvi ragione; ma niuno diedegli retta. Lo gettarono a terra, lo trascinarono presso una finestra che dava sulla strada, e lo gettarono a capo in giù a quelli che lo aspettavan di fuori, ponendo cura tuttavia di non finirlo sul colpo.

La scena che tenne dietro è una di quelle che lasciano un’indelebile traccia nella storia della nazione che se n’è fatta colpevole. Il generale di divisione barone Pein fu il solo che, animosamente scagliatosi frammezzo a quella frenetica calca, scongiurolla di non bruttarsi d’un inutile delitto e di lasciare la vita al ministro. Non solo non gli si diè retta, ma rivoltosi per un istante contro di lui il furore popolare, gli furono lacerati o strappati gli abiti di dosso, e solo a grave stento ei potè scampar dal pericolo. Ho detto che le truppe erano chiuse ne’ loro quartieri con ordine di non uscirne. Il generale Pino passeggiò per più ore col conte Luigi Porro poco stante dal luogo in cui commetteasi il più feroce degli assassinii. Ei disse alcune parole alla moltitudine, che, secondo gli uni, tendevano ad inanimirla, e, per quanto disse egli stesso, non erano, all’incontro, che rimostranze e consigli pacifici. Le vie per le quali il Prina fu strascinato erano gremite d’uomini in buon assetto, che si riparavano dalla pioggia con ombrelli di seta. Ma niuno di costoro fecesi innanzi nè a fine di amman-