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80 PARTE PRIMA

e il conte Carlo Verri, erano Austriaci più o men puri.

Il generale Pino pubblicò poscia un suo bando od ordine del giorno nel quale esortava il popolo a confidare in lui, e ad aspettare pazientemente l’esito degli accordi che il novello governo stava per fare con le Potenze alleate. Eccitavalo nel tempo stesso a dichiarirsi intorno alla forma di governo cui preferisse, poichè, diceva, i collegi elettorali sono convocati quali rappresentanti della nazione, la quale dee, significando loro il voler suo, porli in grado di uniformarvisi. Aggiugnea poscia alcune parole per giustificare il duca di Lodi, più c’altri esposto all’ira del popolo, rovesciando ad un tempo sopra altri senatori la colpa e il biasimo di cui tentava sgravare il duca di Lodi. Il vicario generale capitolare unì la sua voce a quelle del generale e del podestà, e ordinò pubbliche preci pel ristabilimento della pace e dell’ordine. Appostaronsi truppe attorno ai principali palazzi ed alle case in ispezieltà minacciate. Il generale Pino accorreva dall’uno all’altro di quei corpi così appostati, procurando d’inanimirli con le sue parole; ma la folla, che il giorno innanzi avea mandate quelle grida ed acclamazioni ond’egli erasi inebbriato, vedendoselo ora contro, l’oppresse di motti acerbi e contumeliosi, e lo inseguì con oltraggioso schiamazzo. Anche i soldati furono attaccati, e si videro più d’una volta costretti ad isgombrare la piazza posta davanti al palazzo del vicerè, ed a nascondere in quel palazzo i suoi cannoni.

Il corpo tutto dei mercanti stava intanto trepidante pel timore che la città tutta da un istante all’altro venisse funestata dalle stragi e dal sacco. Mentre che il