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II.

Il gruppo di N. II è formato dal Palazzo degli Strozzi splendido ed insigne monumento che può dirsi una delle più belle fabbriche sorte nei tempi del risorgimento artistico.

Non è il caso di diffondersi a parlare di questo edifizio che è stato ragionevolmente e giustamente illustrato. È una gloria dell’arte fiorentina ed è anche una gloria dell’illustre famiglia che da quattro secoli vi dimora, che l’onorò colla virtù dei suoi figli e che tuttora vi profonde con intelligenza e con amore, somme grandissime per mantenerlo non solo, ma per abbellirlo ancora colle opere di artisti egregi1.

Come abbiamo visto già, gli Strozzi avevano qui presso alcune case loro fino dal secolo XIV; ma più antico ancora e più importante era il ceppo di case che avevano dal lato opposto a quello che oggi è Piazza degli Strozzi e che in antico si chiamava appunto dalle case loro Corso degli Strozzi. Filippo di Matteo degli Strozzi che alla fine del XV secolo costruì il suo splendido palagio col disegno di Benedetto da Majano non possedeva sull’area dove l’immensa mole doveva sorgere che poche case ed una torre che era stata dei Conti Guidi che si chiamava la torre del Conte di Poppi. Tutto il rimanente era posseduto da altre famiglie, da monasteri ecc. In quell’ampio spazio, aprivansi tra le case due vicoli: uno che era detto di Messer Palla perchè fiancheggiava la casa di Messer Palla di Noferi ed altro vicolo senza nome che dall’altro si dipartiva per sboccare sulla Piazzuola dei Tornaquinci che era posta sull’angolo nord- ovest, in faccia a via della Vigna.

Per concessione avutane dal Comune e dalla consorteria dei Tornaquinci, lo Strozzi occupò colla sua fabbrica la piazzuola, uno dei vicoli e l’altro spostò alquanto verso mezzogiorno2.

In quel ceppo di case erano alcune delle primitive abitazioni della famiglia Gondi che ebbe così alta potenza e tante ricchezze in Francia e che, essa pure, edificò un grandioso palagio fra i più belli di Firenze3.

Gli acquisti di case e botteghe destinate ad essere abbattute per dar

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