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XVI.

Per quanto diviso e suddiviso in ogni senso da strade, da chiassoli, in parte successivamente richiusi, da piazze e da corti, comprendiamo in un solo gruppo tutto quel ceppo di vecchi fabbricati che ha per limiti la Piazza di Mercato Vecchio, Calimara, Via del Fuoco, Piazza del Monte di Pietà e Pellicceria.

Ci son lì infiniti ricordi appartenenti ad epoche diverse, che si riferiscono tanto alla storia in generale, quanto a quelle particolari delle famiglie, delle arti, della chiesa fiorentina.

Qui troviamo difatti uniti insieme una delle più antiche chiese di Firenze, S. Andrea, alla quale era annesso il primo monastero di monache fondato in Firenze, tre residenze di antiche arti, palagi maestosi e muniti a guisa di fortezze, torri altissime presso le quali si combattevano fierissime le lotte delle fazioni. E accanto a questi simboli di grandezza e di prepotenza, stanno i luoghi dove furono un giorno i fondachi più ricchi e più accreditati, dove le famiglie della nobiltà fiorentina esercitavano i loro commerci, le loro industrie1.

Era uno dei punti più interessanti della vecchia Firenze, non solo per la copiosità de’ ricordi, ma perchè questi edifizj, attraverso alle vicende di secoli erano giunti fino a noi conservando in gran parte il loro carattere, le loro forme severe e maestose.

Le torri dei Caponsacchi, degli Ubaldini, poi de’ Catellini, i palagi degli Amieri e de’ Da Castiglione, l’elegante campanile di S. Andrea2 , la chiesetta, la residenza dell’Arte de’ Rigattieri, poi de’ Linajoli, convenientemente restaurati, restituiti alle forme primitive, avrebbero forse costituito uno stupendo gruppo monumentale, uno splendido ricordo della Firenze medioevale scomparsa poco alla volta di fronte all’avvicendarsi dei gusti e del carattere. Ma.... ormai il progetto ispirato ad un sentimento d’affetto per l’arte e pei ricordi del passato, è fuori di luogo, giacchè proprio in questi giorni quasi tutte le fabbriche che formavano il prospetto della Piazza di Mercato Vecchio sono state demolite per ampliare