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chè quì ebbe case e torri10 quella celebre famiglia che fu a capo del partito ghibellino e che si trovò per questo, bandita ed esule da Firenze. Questi loro beni caduti nelle mani dei Capitani di Parte Guelfa servirono sempre a pubbliche magistrature e vennero difatti destinati ad uso di residenza delle arti dei Medici e Speziali e degli Oliandoli. Gli Oliandoli stavano dal lato della Piazza del Monte e gli stemmi loro, vagamente scolpiti, vi si osservano tuttora11. Dal lato opposto, ossia difaccia a’ Catellini, era l’Arte de’ Medici e Speziali che vi risiedette fino a che, alla metà del XV secolo non si trasferì nella torre dei Caponsacchi. Questo locale fu alienato nel 1550 e passò alla Mercanzia e Università dei Mercanti.

Dal lato degli Oliandoli fu per molti anni, dalla metà del XVI secolo in poi, il Monte di Pietà e fu allora che si cambiò con questo nome... più popolare, l’antico di Piazza de’ Pilli.

Lungo Calimala fin dove richiudendo l’antico vicolo della Tromba si edificò il tabernacolo detto di S. Maria della Tromba, furono molte botteghe appartenenti per la massima parte a corporazioni religiose o a magistrature delle arti.



(1) In Via de’ Pellicciai erano difatto le botteghe d’arte della Lana spettanti alle principali e più cospicue famiglie di que’ tempi.

(2) È una elegante ed esile torricella coronata da una piramide depressa, con tre ordini di finestre bifore adorne di svelte colonnette con capitello a nave, con cornici di ricorso ed il paramento esterno di pietra a filaretto, ma intonacato. Ora serviva di lanterna ad una scala e di piccionaia! E però una delle fabbriche degne d’essere studiate e rilevate.

(2) Gli stemmi di Parte Guelfa vedevansi tuttora nelle limitrofe case pur esse dei Caponsacchi. La torre fu scapezzata e poi deturpata coll’aggiunta di altre costruzioni ad uso di scale e di locali di servizio. In basso, sopra la porta, era lo stemma dell’Arte de’ Medici e Speziali, consistente in un basso rilievo con un edicola entro la quale figura la Vergine seduta in trono col bambino Gesù in braccio.

(3) Nel 1427 il palagio e le torri degli Amieri erano in gran parte di Alessandro di Ser Filippo Borromei e parte della donna di Messer Carlo Cavalcanti (vedi Decima 1427 gonfalone Vajo).

Nel 1448 a’ dì 22 febbraio, Giovanni di Borromeo Borromei vende per fiorini 595 all’Arte dei Medici e Speziali «una torre in Mercato Vecchio allato al palagio degli Amieri con due botteghe sotto.» Vende pure parte del palagio degli Amieri nel 1456 a Mona Caterina di Gio. di Piero e tre botteghe sotto detto palagio, nel 1450 a Messer