Pagina:Sull'incivilimento primitivo.pdf/27

Da Wikisource.

— 25 —

lata Iside, e le sue feste isiache (Ovid., Met., I). Per tal modo non si facevan differire le origini della civiltà greca ed egizia. Suida dice che Menes, il primo dei dinasti egiziani, avea pure il nome di Mestre e di Egitto e che egli fu che dette il suo nome al paese: soggiunge poi aver egli vissuto in un’epoca in cui un forestiero, nominato Mercurio figlio di Pico, giunse colà. Noi sappiamo quanta scienza questo Mercurio avesse, e come restasse adorato qual Dio in Egitto, ma donde egli venne? Sola memoria di un Pico esperto re l’abbiamo in Italia tramandataci da scrittori latini i quali lo fanno re dei Latini, padre di Fauno e avo del re Latino; e Ovidio dice: Picus in Ausoniis proles saturnia terris (Met., III). Egli pertanto sarebbe vivuto innanzi la guerra troiana poichè la figlia di Latino chiamata Lavinia fu sposata da Enea (Virg., Aen.) e Solino dice esser Mestre contemporaneo di Foroneo, cioè dell’epoca dei primi re d’Attica. La Genesi ci dà notizie poco soddisfacenti riguardo alla civiltà egiziana dell’epoca della schiavitù degli Ebrei e ci testifica che la razza imperante non volea o non potea riuscire alla civiltà dei primi soggetti suoi, i quali tanto temevano i fenomeni della natura, le tempeste, l’eclissi, la peste, la carestia e si comportavano totalmente come idioti selvaggi. La comparsa di Mosè figlio delle acque perchè trovato sul Nilo, la sua indubitata scienza infusagli nell’educazione fra le ancelle reali ed i sacerdoti, confermano la mia idea sull’abbrutimento della razza plebea, e l’istruzione di quella imperante, la quale religiosamente custodiva in profondo mistero i suoi trovati e la sua civiltà. La fuga del popolo