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Pagina:Sulla formazione terziaria nella zona solfifera della Sicilia.djvu/11

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6 s. mottura


Terreno eocenico. — Le argille scagliose furono considerate nella Memoria come inferiori al calcare alberese ed al calcare a nummuliti, e come la base del terreno eocenico.

A questa proposizione fui condotto dall’esame della regione compresa tra Nicosia e Leonforte. Ivi le argille scagliose e ferruginose alternano con arenarie ferruginose, e formano un deposito avente una potenza superiore a due chilometri. In queste argille, verso il loro limite superiore, trovansi intercalati alcuni strati di un calcare identico all’alberese con alcuni straticelli di arragonite fibrosa, dimodochè da questa regione pare che le argille suddette costituiscano la base dell’eocene. Dall’esame di molte altre località consta invece che le argille scagliose debbono essere considerate come un deposito corrispondente alla formazione delle argille ferruginose e gessose del miocene inferiore, e quindi come superiori all’alberese. Nel passaggio da una formazione ad un’altra le rocce onde esse sono costituite alternano generalmente più volte tra loro, e non è che dall’esame di molte località, e specialmente di quelle ove le formazioni sono distinte ed acquistano il loro massimo sviluppo, che si può determinare la serie dei terreni.

Nei dintorni di Raddusa, di Rammacca e di Catenanuova ed in genere verso la Piana di Catania, essendo stato il terreno pliocenico distrutto quasi completamente ed il terreno solfifero distrutto in gran parte, poichè esso non costituisce più se non il cocuzzolo di alcuni monti molto distanti fra loro, sia il miocene inferiore, che l’eocene possono, essere esaminati nelle varie loro fasi, e ciò specialmente per la potenza notevolissima che assumono in questa regione le due formazioni sopraccennate. Egli è principalmente convergendo verso i monti Judica, Stanganello e Scalpello che si può osservar la serie dei terreni. I monti suddetti sono costituiti da un calcare di colore bigio a strati dello spessore di 20 a 40 centimetri, contenenti diaspri e selci che vi formano qualche volta straterelli intercalati con uno spessore variabile da 10 a 20 centimetri. Questi diaspri sono associati a cristalli di calcare spatico, il quale si trova spesso sotto forma di vene nella roccia calcarea. Essa presenta i caratteri tutti di quella che ho nella Memoria chiamata alberese, e che ho considerata come eocenica. Abbenchè la formazione calcarea sia ivi potentissima ed al Monte Judica superi i 200 metri, la sua base tuttavia non comparisce in alcun punto, dimodochè dal grado di sviluppo che la roccia assume in questa regione, si può ritenere che essa occupi il posto che le compete nella serie dei terreni. Al calcare succedono in ordine ascendente arenarie ferruginose aventi una potenza superiore a 100 metri, e queste sono alla loro volta coperte dalle argille scagliose, ferruginose e gessose, il cui spessore è superiore ad 800 metri.

La serie che si osserva partendo dal Monte Judica, che è il monte più elevato di questa regione, si osserva altresì partendo dai monti Scalpello e Stanganello poco distanti. Essa si verifica inoltre nelle regioni Mandre Bianche, Albospino, Figuzza ed in vari altri punti dei dintorni di Raddusa.

La stessa serie, si può osservare sul versante Sud della catena delle Madonie, ed al Monte Cammarata, dove la formazione calcarea sopraindicata raggiunge una potenza superiore a 300 metri; dimodochè dall’esame di tutte queste località, che, oltre all’essere molto distanti tra loro, presentano il massimo sviluppo che si possa osservare in questa