Pagina:Sulla formazione terziaria nella zona solfifera della Sicilia.djvu/29

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prodotti e difficile in conseguenza, anche per questa ragione nella formazione della Carta geologica la classificazione dei varii depositi argillosi e marnosi.

La conservazione parziale nelle marne franate del loro carattere primitivo mineralogico e paleontologico, è uno scoglio ed un ostacolo non di rado insormontabile per potere separare i depositi marnosi di un’epoca da quelli di un’altra.

Colle rovine o col trasporto delle marne e delle argille che si trovavano in una posizione elevata, rovinarono anche trasportate dalle frane le rocce compatte che si appoggiavano sulle marne franate o che vi erano subordinate, come, per esempio, il calcare a Nummulites perforata. La presenza di questo calcare nelle marne e nelle argille, allorchè la sua configurazione dimostra che esso conserva la sua posizione geologica, è il migliore indizio per poterle classificare come mioceniche inferiori (eoceniche). Esso anche nella sua posizione primitiva presenta tuttavia quasi mai un’estensione considerevole; non di rado costituisce massi isolati sparsi nella formazione argillosa. È quindi difficilissimo anche per questa ragione il determinare a quale epoca appartenga una formazione marnosa, ancorchè vi si trovino massi di calcare a Nummulites perforata.

In molte località dell’isola, e specialmente nella regione orientale della zona di cui sto formando la Carta, trovansi blocchi e rovine del calcare e delle arenarie ferruginose del miocene inferiore formanti il cocuzzolo di alcuni colli, di cui la base e le pareti sono costituite dalle argille e marne ferruginose, gessose e salate. Pare che questo calcare e queste arenarie, tuttochè rovinate, sieno nella loro posizione primitiva, e che il terreno del colle appartenga all’epoca miocenica suddetta. Esso è invece il risultato di una frana di un’epoca posteriore e forse anche dell’epoca attuale. Il monte da cui provenne la frana e la parte superiore della sua corrente sparirono, non rimanendo che il piede della frana stessa od una parte della sua corrente, rappresentati attualmente dalle rovine che formano il cocuzzolo dei colli suddetti. Questi cocuzzoli sono monumenti o testimonii dei fenomeni succeduti nei tempi antichi, e come le morene che si incontrano al piede delle Alpi ci dimostrano la grande estensione che dovevano avere in un’epoca remota i ghiacciai, così questi cocuzzoli ci indicano l’importanza immensa che ebbero in Sicilia nelle epoche scorse le frane, le quali nella loro corrente ci presentano a un dipresso il fenomeno dei ghiacciai.

Le marne, che generalmente conservano più inalterati i caratteri che esse avevano nella loro sede primitiva, sono quelle che si incontrano come a Sommatino, alle solfare Juncio presso Caltanissetta (Vedi Fig. 7, Tav. 11, strato g) ed in altre località superiormente alla formazione solfifera, e che appartengono ancora all’epoca miocenica. Se queste marne sono intercalate coi trubi come all’Juncio, è facile il classificarle. L’inconveniente è serio quando mancano i trubi, e la conformazione delle rocce dell’epoca solfifera; invece di servire di guida per classificare le marne, è tenuta velata dalle marne stesse e devesi tuttavia determinare la probabile estensione dello strato solfifero, le rotture e le fasi a cui fu soggetto. In alcune circostanze pare che il deposito solfifero abbia raggiunto il suo limite, ed il sopra suolo sia al di là di questo limite apparente costituito dalle marne dei miocene inferiore (eocene superiore). Queste