Pagina:Sulla formazione terziaria nella zona solfifera della Sicilia.djvu/69

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64 s. mottura

bicarbonato di calce contenuto in soluzione unitamente all’acido solfidrico nelle acque delle sorgenti minerali. L’acido solfidrico sarebbe stato od ossidato completamente con formazione di solfato di calce, oppure disperso nell’atmosfera in un modo analogo a quello, che succede nei laghi di Tivoli. La sua dispersione potrebbe inoltre essere stata facilitata dall’azione del calore o dalla temperatura più elevata delle sorgenti.

Il calcare siliceo considerato sotto questo rapporto, non sarebbe più in gran parte che un calcare corrispondente al calcare solfifero, povero o privo di zolfo, prodotto nelle circostanze accennate nella Memoria. Lo zolfo, che non di rado si incontra in questo calcare, pare confermare l’ipotesi ora esposta sulla sua origine. Il calcare privo di zolfo, che giace in banchi potenti sopra il minerale delle solfare Messana, sopra una parte delle solfare di Grottacalda, di Fioristella ed in altre solfare, ed i banchi di calcare siliceo inferiormente allo zolfo, sarebbero quindi stati originati in modo analogo, e dovrebbero venire considerati come una sola formazione unitamente al calcare solfifero. Siccome però il calcare privo di zolfo trovasi nella massima parte dei casi inferiore al minerale, credo conveniente nella serie dei terreni indicata nella Memoria e ripetuta al principio di questa Appendice, di conservare anche in questa ipotesi (sorgenti di bicarbonato di calce ed acido solfidrico) al calcare siliceo il posto che gli ho attribuito e che esso vi conserva quasi constantemente.

7° Di minore importanza è l’ultima delle considerazioni sovraesposte in favore delle sorgenti contenenti in soluzione monosolfuro di calcio. L’essere la zona del miocene inferiore formata di marne impermeabili alle acque, è sicuramente un fatto il quale serve a dimostrare la possibilità che la riduzione dei solfati sia stata operata senza la presenza delle acque, e la probabilità che le sorgenti sulfuree abbiano assunto un carattere analogo a quello delle maccalube.

Che molte sorgenti sulfuree abbiano assunto nell’epoca solfifera il carattere di maccalube, e che queste abbiano avuto un’influenza notevole su tutta la formazione solfifera, sia come centri eruttivi, sia come centri di sollevamento, è un fatto che pare oramai incontestabile. Ora nelle maccalube, quando assumono il carattere delle sorgenti dell’epoca solfifera, l’apparizione degli elementi sulfurei si verifica nello stesso tempo in cui succede la riduzione dei solfati (poichè vi si nota un aumento di temperatura nelle loro emanazioni) ed il monosolfuro di calcio si scompone allo stato nascente con produzione di acido solfidrico e di bicarbonato di calce. È quindi più naturale e più probabile in conseguenza l’ipotesi che le sorgenti dell’epoca solfifera analoghe alle maccalube, contenessero altresì in soluzione bicarbonato di calce ed acido solfidrico.

Nella Memoria si legge: «Non è ammessibile che la riduzione dei solfati sia stata operata in Sicilia in tutto ed in tutte le località assolutamente all’infuori dell’acqua. Che anzi è probabile che varii calcari di quest’epoca poveri o privi di zolfo, provengano appunto dal bicarbonato di calce nel modo che ci mostrano i laghi di Tivoli....... La presenza dell’acqua d’altronde ai solfati può essere stata agevolata dal maggiore sviluppo o delle arenarie ferruginose o del calcare concrezionato e cavernoso.»

Queste rocce si trovano precisamente intercalate od in contatto col deposito di solfato di calce del miocene inferiore, dalla cui riduzione furono originati i giacimenti