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SULLA FORMAZIONE TERZIARIA NELLA ZONA SOLFIFERA DELLA SICILIA 65

solfiferi della Sicilia. Le arenarie, e specialmente il calcare concrezionato, sono permeabili alle acque, ed abbenchè il loro deposito sia spesso interrotto, esse compariscono in vari punti in tutta la zona solfifera. Le acque piovane potevano in conseguenza penetrare in questa formazione fino ai gessi in processo di riduzione, sciogliere ivi il.bicarbonato di calce e l’acido solfidrico prodotto dalla riduzione di questi gessi, e sortire infine alla luce inferiormente o dalle arenarie ferruginose e gessose, oppure con maggiore facilità dalle molte fessure e divisioni dei banchi di calcare a Nummuliti e di alberese sottostanti. Il deposito di solfato di calce del miocene presenta il suo massimo sviluppo immediatamente sopra l’alberese ed in suo contatto, ed in alcuni casi l’alberese ed il deposito gessoso prodotto dall’evaporazione delle acque marine sono, nel passaggio da una formazione all’altra, più volte tra loro intercalati. Le acque che alimentavano le sorgenti solfuree dovevano quindi in molti casi scaturire dal calcare suddetto.

Sono molto rinomate in Sicilia le sorgenti solfuree termali dei Bagni Saraceni presso Villafrati, del Monte San Calogero presso Sciacca, di Termini e di Sclafani.

La sorgente solfurea dei Bagni Saraceni sotto Villafrati, scaturisce appunto dal calcare alberese. All’alberese, in linea ascendente, succede la formazione gessosa del miocene inferiore associata con marne e sostanze organiche. L’acqua della sorgente è impregnata di queste sostanze, e contiene in soluzione come elementi principali solfato di calce, bicarbonato di calce ed acido solfidrico. Queste ultime sostanze derivano quindi senza dubbio dalla riduzione dei gessi esistenti nel miocene inferiore. Le acque piovane filtrano a traverso queste formazioni, sciolgono il bicarbonato di calce e l’acido solfidrico, e, penetrando a traverso le fessure e gli interstizii esistenti fra i diversi strati di alberese, i quali sono ivi molto inclinati, vengono a scaturire presso il fondo della valle tra Villafrati ed Ogliastro.

Le rinomatissime sorgenti termali del Monte San Calogero, presso Sciacca, scaturiscono pure dall’alberese ed hanno una origine identica a quella dei Bagni Saraceni. La loro temperatura è di 56° centigradi.

Tutte queste sorgenti sono quindi tanti monumenti, che ci rappresentano ancora i fenomeni che diedero origine alla formazione del terreno solfifero, il terreno che fu la sede di questi fenomeni e gli elementi che servirono a produrli. Una parte delle sorgenti minerali dell’epoca solfifera scaturirono dal calcare alberese, altre assunsero il carattere delle maccalube, e tutte provennero dalle acque piovane che filtrarono a traverso il miocene inferiore.

L’ipotesi che le sorgenti sulfuree dell’epoca miocenica contenessero in soluzione in molti casi bicarbonato di calce ed acido solfidrico, è più consentanea alla pluralità dei fatti che succedono nella natura e particolarmente in Sicilia nello stesso terreno ed in condizioni analoghe a quelle che determinarono i fenomeni dell’epoca solfifera. A questa ipotesi si deve quindi attribuire probabilmente nella formazione delle miniere di zolfo un’importanza maggiore che a quella di sorgenti contenenti in soluzione monosolfuro di calcio.

Le considerazioni precedenti non escludono che in alcuni casi la formazione delle