Pagina:Sulla pietosa morte di Giulia Cappelletti e Romeo Montecchi.djvu/32

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(3) Per convincere li più increduli, e perchè sieno anzi d’accordo nell’ammettere, che l’affare della bevanda e dell’assopimento con successivi sintomi e segni apparenti di morte, non poteva mai essere un punto difficilissimo, quantunque arrischioso per un Fra Lorenzo, mi basterà averli d’accordo nelli soli seguenti fatti di ragione e di storia:

I. Le genti del 1300 erano quanto feroci e superstiziose, altrettanto ignoranti e piene di credulità, specialmente verso li Fra Lorenzo.

II. L’avere bevande letali, ed il somministrarle, poteva essere agevolissimo ad un uomo destro e creduto, e l’averle efficaci eragli facile, dappoichè una sola dose, anche non generosa di opio (veleno conosciutissimo ab antiquo) bastava a far nascere tutti gli effetti apparenti, che potevano essere desiderati da Fra Lorenzo. Chi non credesse, abbia la bontà di leggere nelli Discorsi del Mattioli a p. 699 dell’edizione 1555 del Valgrisio, e troverà più assai di quello che occorrer possa. Io cito un antico appunto per ragione del tempo, e per maggior fede in cosa popolare del tutto.

III. Senza immaginare un sonno di molti giorni, ma di sole trenta ore, dopo una notte anche non dormita, Fra Lorenzo avea tutto l’impegno non solo di darla per morta, ma di persuadere ancora la necessità di una pronta tumulazione, la quale, fatta per mezzo di uno o due ministri di chiesa istruiti, fa dileguare del tutto l’idea di un fatto impossibile nel particolare di cui si parla. Egli è un fatto, che anche al