Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/103

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Dovetti retrocedere ed i cani ringhiarono perché, non aspettando di vedermi tanto presto, credettero non fossi io. Mi coricai, ma non seppi dormire e alla mattina mi domandai: “Perché non la truffai ancora? Perché non le promisi di sposarla purché mi aprisse quella porta?”. Cosí m’avviai alla decisione nuova senza saperlo.

«Alla mattina Giovanni mi raccontò di essere già d’accordo con Anna. Adesso bisognava affrettarsi di togliere Anna dal lavori di casa e di porla al lavoro sui campi, alla destra del fiume, per metterla a lavorare accanto a Luigi. Fra contadini si fa presto. L’erba è soffice e si arriva ancora in tempo per dare un nuovo padre al nascituro. Al sole io non ricordavo piú le angoscie della notte e fui anche d’accordo. Era facile di ottenere un ordine simile dalla Berta, anche perché durante la vendemmia c’era bisogno del lavoro femminile ai campi. Ma per fortuna, non ricordo per quale ragione, la Berta domandò di poter tenere la cugina in casa per soli due giorni ancora. Io invece non ebbi bisogno che di una notte sola per sapere quale fosse il mio dovere. Mi coricai zufolando e pensando: “M’attenderai invano questa notte e quando sarai dell’altro io non ci penserò piú e andrò la mia via alla ricchezza e all’indipendenza”.»

Fu invece una notte terribile. Egli rivide nell’oscurità Anna come l’aveva vista durante la giornata, piú dimessa che mai, priva anche di quegli straccetti ch’egli su di lei tanto ammirava. E nell’oscurità egli intese quella povera animuccia tutta come mai prima. Con lui l’intese e forse piú profondamente l’Aghios, che stava a sentire e temeva di aver gli occhi offuscati da lacrime. Essa non era altro che madre, madre del suo bambino e non aveva altro pensiero a questo mondo. Stava per abbandonarsi a Luigi sperando di preparare un posto qualunque a quel bambino a questo mondo. Non era lei che a quell’abbraccio s’abbandonava, era lui che a quell’abbraccio la spingeva. Poi essa avrebbe partorito, sarebbe ridivenuta bella e amante. E il Bacis subito comprese che, nella sua posizione di padrone, gli sarebbe stato facile di riaverla. Ma non gli importava, non era quello che gl’importava. Digrignava i