Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/113

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È il sesso? Io non la voglio”. E urlò: «Io sono il padre, il buon padre virtuoso».

Subito Anna fu seduta lontano da lui, ad un angolo del carrello, in grande pericolo di scivolarne nell’orrendo spazio e l’Aghios gridò: «Ritorna, ritorna, si vede che su quest’ordigno non si può stare altrimenti». E Anna obbediente ritornò a lui come prima, meglio di prima. E lo spazio era infinito e perciò quella posizione doveva durare eterna.

Uno schianto! Si era arrivati al pianeta?

Infatti il treno, fermandosi, sembrava volesse distruggere se stesso. Il signor Aghios saltò in piedi. Soffocava, ma arrivava a ravvisarsi. Fra quel carrello e questo treno c’era una confusione da cui era impossibile estricarsi. E la stessa confusione c’era fra la gioia che aveva provato poco prima e la vergogna che ora lo pervadeva. Ma la bontà del signor Aghios era infinita anche verso se stesso. Pensò: “Io non ci ho colpa”. E subito sorrise.

Egli aperse una finestra e l’aria si fece respirabile. Vide la campagna vuota: Una luce immota brillava dalla casa di un contadino. Tuttavia abbattuto dal grande sonno, la stanchezza del doppio viaggio, il signor Aghios ebbe ancora il tempo di guardare il giaciglio vuoto del Bacis, eppoi anche il posto ove era giaciuta la sua valigetta. Il Bacis se ne era andato discretamente, senza destarlo. Dovevano aver già passato Gorizia.

Senza convinzione, con la testa sul cuscino, l’Aghios pensò: “Peccato! Se ci fosse stato gli avrei dato subito le diecimila lire (non quindici)”. Sorrise! Era bello di non poter pagare. Rimorsi non ebbe. La sua avventura, la piú forte che avesse avuta durante la vita, non usciva dalla vita del suo pensiero solitario e perciò non aveva importanza. Tuttavia se il Bacis fosse venuto da lui a Trieste, egli, d’accordo con la moglie, avrebbe tentato di aiutarlo in piena virtú.

E s’addormentò profondamente dopo di aver tratto sotto la propria testa anche il cuscino del Bacis. Si sentiva perfettamente bene. Il vino era stato smaltito nella corsa traverso gli spazi siderei e non lo turbava piú.