Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/145

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in qualche cassetto di qualche ignoto degli altri impegni cui oramai egli non poteva piú corrispondere. Suo figlio da lui non avrebbe ereditato un soldo se egli non avesse saputo lavorare attivamente quel poco tempo di vita che ancora poteva essergli concesso. Ma finché era stato lasciato solo aveva saputo far conti e arrivare a delle conclusioni esatte. Ora in presenza di quell’amico non vedeva piú tanto chiaramente. Non sarebbe stato bene di celare anche a costui la sua vera posizione per riavere il credito di cui abbisognava per continuare il suo lavoro? Questo proposito di buona tattica non ancora bene analizzato diede qualche vita anche a lui. La signora per significare anche la propria gioia alla buona notizia gli offerse un’altra tazzina di caffè ed egli l’accettò con un sorriso riconoscente che gli costò grande fatica. Intanto per dimostrare la sua riconoscenza ingoiò tutto quel caffè ch’era troppo per le sue abitudini.

Al Reveni parve che oramai che si sapeva che l’affare non era poi tanto grave per il Maier, si potesse parlarne liberamente: «Ti confesso che io del Barabich non mi sarei mai fidato. Io dell’affare che ti legava a lui appresi solo quand’era già ben fatto. Ma tutti a Trieste sapevano che tutti gli affari prima intrapresi dal Barabich erano finiti male».

«Sí! Ma non a questo modo!» protestò il Maier. «Pareva anzi che avesse sempre amministrato bene ma che ogni sua intrapresa fosse stata avversata dalla fortuna.»

Il Reveni fece un gesto di dubbio. «Io non mi fido di una persona che tante volte viene a galla e tante volte va a fondo. È certo che non sa nuotare. La carriera del Barabich cominciò con quell’intrapresa di cui tanto si parlò una diecina d’anni addietro con quei carichi di riso dalla China. Quanto denaro gettato a mare in allora. Poi fu improvvisato promotore d’industrie. È vero che le industrie ideate da lui in parte anche allignarono. Ma senza di lui perché a un dato momento si sentí il bisogno di liberarsi di lui. Di lui non si disse male, anzi tutt’altro; si parlò molto della sua onestà, ma nessuno seppe dirci perché di quelle industrie non facesse piú parte. E di che visse poi? Finché non seppe adescare te non fece che parlare,